ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

L’inferno di una donna. Il marito come aguzzino: "Se parli ti ammazzo"

Condannato per maltrattamenti in famiglia e lesioni un 60enne. La moglie aveva denunciato le percosse anche durante la gravidanza.

L’inferno di una donna. Il marito come aguzzino: "Se parli ti ammazzo"

Scarpette rosse poggiate su una scalinata: sono il simbolo della protesta contro la violenza di genere

Diceva alla moglie "tanto ti ammazzo, se dici qualcosa ti ammazzo", e la picchiava arrivando perfino a puntarle il coltello alla gola. Ma ieri il giudice ha condannato il marito, moldavo di 60 anni residente a Mombaroccio, a due anni e due mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia e lesioni. Per la moglie, 54enne moldava, è stata la fine di un incubo che si è protratto per diversi anni. Il giudice ha anche rigettato la richiesta di revoca della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e di dimora nel comune di Mombaroccio.

L’uomo, difeso dall’avvocato Marco Defendini, dovrà versare al coniuge anche un risarcimento di 35mila euro. La moglie, infatti, si è costituita parte civile ed è assistita dall’avvocato Pia Perricci. Al risarcimento si aggiunge l’obbligo di rifondere le spese legali. L’incubo della 54enne è iniziato molti anni fa.

I maltrattamenti, infatti, nascevano dai frequenti scatti d’ira e cambiamenti d’umore del sessantenne anche in presenza del figlio minore della coppia. Già prima di trasferirsi in Italia, infatti, appena dopo il matrimonio, la donna ha raccontato di aver subìto calci e pugni da parte del coniuge anche durante la gravidanza. In alcune occasioni l’aveva minacciata anche con un coltello: glielo aveva puntato alla gola o lo aveva utilizzato per tagliarle i vestiti che indossava. La situazione è degenerata quando le ha puntato una lama al volto procurandole un vistoso sfregio. "Stai zitta, non capisci nulla, non vali niente, devi stare sempre zitta, tu sei una buona a nulla, non hai alcun diritto né tantomeno di parlare, sei una puttana". Questi e altri erano gli insulti che le riservava abitualmente e la situazione si è aggravata ulteriormente dopo il trasferimento in Italia, diciannove anni fa. Nel 2022 mentre si trovavano a letto le è salito addosso premendo con forza il gomito verso la sua gola ripetendole "tanto ti ammazzo". La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata a giugno dell’anno scorso quando, all’ennesima minaccia "Adesso ti ammazzo, ti butto per terra e ti spacco le ossa", la donna ha trovato la forza di fuggire di casa, rifugiarsi dal figlio e presentare una denuncia. "Sono reati inconcepibili – commenta l’avvocato Perricci – per i quali la giustizia ha iniziato a velocizzare le proprie procedure".