L’infezione diventa mania, lui finisce alla sbarra

Il caso di un 21enne che dopo aver contratto una malattia ai genitali finisce col maltrattare la compagna: ma lei lo ha perdonato

Un’infezione ai testicoli è stata la miccia che ha fatto esplodere una giovane coppia già provata dal lockdown, tra liti, insulti e percosse. Troppa la paura di lui di riammalarsi al punto di arrivare a mettere sotto chiave cassetti e armadi per impedire che i suoi vestiti si contaminassero con quelli della compagna e del loro bimbo. Fino a quando lei ha deciso di mettere fine a quelle manie, lo ha lasciato e denunciato. Ora però lo ha perdonato e i due sono di nuovo insieme. Ma intanto il compagno è a processo (con rito abbreviato) per maltrattamenti davanti al gup Francesco Messina.

I fatti si sono svolti a Pesaro, nell’arco di pochi mesi, quelli della prima ondata della pandemia e relativo lockdown, tra febbraio e giugno 2020. Due giovani pesaresi, lui 21 anni, lei 23, mamma e papà di un bimbo di appena un anno. Le differenze caratteriali, il ragazzo che non ha lavoro, la sua gelosia, i problemi economici. Già basta questo a creare tensioni e liti. Poi lui si ammala. Contrae un’infezione grave ai testicoli. E la paura di riprenderla scatena comportamenti maniacali come quella di chiudere gli armadi. La compagna si ritrova così con ante chiuse a chiave, impossibilitata a prendere oggetti o vestiti per lei e il figlio. Scattano le discussioni, volano parole grosse e in alcuni casi anche percosse e strattonamenti. Lei decide di andarsene e va a stare dalla nonna. Lui non vuole e la tensione sale a mille. Fino a quando a giugno 2020, la 23enne decide di denunciarlo. La procura apre un fascicolo per maltrattamenti e gli addebita in particolare quattro episodi. Il compagno finisce a processo e difeso dall’avvocato Filippo Airaudo sceglie il rito abbreviato condizionato dall’ascolto della donna. La quale ieri ha ridimensionato i fatti. Nel frattempo, il clima tra i due si è rasserenato e la coppia si è rimessa insieme. Per la prossima udienza, il gup Messina ha invitato a considerare un’eventuale rimessione e accettazione di querela. "Si è trattato di liti in un momento di crisi per tutti come quella dettata dalla pandemia – commenta l’avvocato Airaudo – bisogna anche capire che dietro ai litigi in famiglia non ci sono sempre dei maltrattamenti, non c’è sempre la volontà di un soggetto di prevaricare l’altro. A Milano, tra forze dell’ordine e procura si è creato una sorta di protocollo di intesa che quando ci sono situazioni di questo tipo, prima di dare avvio alla parentesi penale, si interviene subito per sedare le situazioni parossistiche. Proprio come questa".