"L’influenza arriverà, facciamo il vaccino Così evitiamo confusione coi sintomi Covid"

L’appello dei medici di base: "L’ondata sarà maggiore rispetto all’anno scorso". Per ogni camice già pronte circa 200 dosi

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Al via la vaccinazione anti-influenzale: la Regione ha già assegnato le dosi ai medici di medicina generale. "Quest’anno – spiega il dottor Danilo De Santi – è importantissimo vaccinarsi sia per ridurre il rischio di prendere l’influenza sia per non creare confusione con il Covid evitando, così, gli accessi al Pronto soccorso e la necessità di effettuare tamponi". Nel dubbio, infatti, quando già ora i pazienti presentano sintomi come febbre alta, tosse stizzosa e mal di gola, è consigliato il tampone rapido, non facile da effettuare con le farmacie sotto pressione dopo l’obbligatorietà del green pass per andare a lavorare. Per far fronte alla richiesta di tamponi, gli stessi medici di base potrebbero tornare ad effettuarli ai loro pazienti. Servizio che già svolgevano, ma che era stato interrotto perché non più remunerato dalla Regione. In ogni caso per l’avvio della campagna anti-influenzale ogni medico dispone già di circa 180-200 dosi: si tratta di vaccini quadrivalenti audiovati, indicati per gli ultra 65enni. "Gli altri vaccini (quelli per le categorie di pazienti sotto i 65 anni ndr) – chiarisce De Santi – arriveranno più avanti quando la campagna vaccinale entrerà nel clou, tra novembre e metà dicembre. Se nel 2020 l’influenza non si è manifestata, quest’anno girerà e sappiamo già che colpirà tra i 6 e i 7 milioni di italiani: il mio consiglio è di fare il vaccino". "Se l’anno scorso l’influenza non c’è stata – conferma il dottor Roberto Scrocco – quest’anno sappiamo che arriverà’ e che avremo molto lavoro. Per l’anti-influenzale stiamo organizzando i turni: inizieremo dalla prossima settimana".

Per il dottor Riccardo Olmeda il problema non è portare le persone a fare il vaccino anti-influenzale, al quale ormai la maggior parte dei cittadini è abituati, quanto "sgretolare lo zoccolo duro di coloro che non vogliono vaccinarsi contro il Covid". "Noi cerchiamo di parlare con queste persone, che sono tra i 40 e i 50 anni, di convincerle sull’importanza della vaccinazione e di fugare le loro preoccupazioni". Olmeda sottolinea come proprio in questi momenti si capisce quanto sia importante "il rapporto di fiducia tra il paziente e il suo medico. Scegliere il medico di fiducia è una prerogativa che abbiamo in Italia e che gli altri Paesi ci hanno sempre invidiato. Le stesse istituzioni dovrebbero mostrare più fiducia nel ruolo dei medici di base invece le convenzioni sono ferme e dobbiamo sempre lottare per il loro rinnovo".

Anna Marchetti