L’Itis si apre a biotecnologie ed energia

L’istituto tecnico industriale “Enrico Mattei“, voluto dal fondatore dell’Eni, lancia indirizzi all’avanguardia

L’Itis si apre a biotecnologie ed energia

L’Itis si apre a biotecnologie ed energia

L’Itis “Mattei“ di Urbino arricchisce la propria offerta formativa con due nuove articolazioni, all’interno di altrettanti indirizzi, per rispondere alle esigenze formative del territorio e al mercato del lavoro in ambito di crescita sostenibile ed economia circolare. Dal 202324, i nuovi iscritti di Chimica potranno scegliere di affrontare gli studi in Biotecnologie ambientali, nel triennio, mentre chi sta concludendo ora il biennio di Meccanica potrà decidere se seguire il corso in Energia, a partire dalla classe terza. Non si tratta perciò di nuovi indirizzi, ma di due alternative, approvate dall’Ufficio scolastico regionale, alle specializzazioni già in vigore nell’istituto.

"Esse nascono per adeguarci alle nuove prospettive della società e del mondo del lavoro – spiega il dirigente scolastico, Sergio Brandi –. Il Pnrr destina quasi 60 miliardi di euro alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica“, cosa che porterà a una riconversione di tanti settori produttivi, ed è compito di una scuola come la nostra leggere le esigenze dei tempi, creando figure professionali specializzate in questi nuovi filoni".

Grazie alle nuove articolazioni, già nei prossimi trequattro anni l’istituto avrà i primi diplomati con la qualifica in Energia, i quali a scuola "approfondiranno le problematiche collegate a conversione e utilizzo dell’energia, anche nell’ambito della normativa aziendale, e progettazione degli impianti industriali del comparto energetico – spiega il professor Michele Aurelio –. L’Itis si è messo in gioco, raccogliendo la richiesta avanzata alla Regione dalle maggiori aziende del settore energetico del territorio, a cui servono tecnici e progettisti per impianti industriali di produzione energetica".

In crescita è anche il settore delle biotecnologie ambientali, in cui "gli investimenti sono accelerati – analizza il professor Paolo Rossolini –. Esso sta diventando un motore dell’innovazione nazionale e dalla nostra nuova articolazione usciranno i futuri esperti in analisi chimiche e microbiologiche, in attività di controllo e verifica ambientale e nella gestione dei processi biologici". L’aggiornamento del piano di studi implicherà nuovi programmi per le materie, nuovi argomenti e nuovi libri di testo, mentre le classi di concorso per l’insegnamento rimarranno le stesse: A42 per gli ingegneri meccanici, quelle di chimica, scienze e fisica nell’altro.

Anche l’indirizzo di ElettronicaElettrotecnica, sfruttando la quota di autonomia, subirà una riorganizzazione interna: la specializzazione di robotica sarà integrata in pianta stabile in entrambe le articolazioni, inserendo una quarta materia tecnica, Robotica industriale nella specializzazione di Elettrotecnica e Robotica smart in quella di Elettronica. Infine, grazie alla vittoria di un bando Pon, arriveranno 170mila euro per realizzare due nuovi laboratori “green“: uno di Chimica analitica ambientale, che "permetterà di esaminare campioni di suolo e di aria o proporre indagini sulla qualità del comparto agroalimentare, in aggiunta ai monitoraggi su acque e ambienti già sviluppati", come spiega il professor Alessandro Panaroni, e uno di Energia, "per proiettare – spiega il vicepreside Paolo Righi – verso gli aspetti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili, di efficienza nel suo utilizzo e di risparmio energetico".

Nicola Petricca