Lo scudo di Achille Il valore del segno: non solo apparenza

Migration

"Ivi ei fece la terra, il mare, il cieloe il Sole infaticabile, e la tondaLuna, e gli astri diversi onde sfavillaincoronata la celeste volta,e le Pleiadi, e l’Iadi, e la stellad’Orion tempestosa, e la grand’Orsache pur Plaustro si noma. Intorno al poloella si gira ed Orion riguardadai lavacri del mar sola divisa". Questi sono i versi che introducono la piastra centrale dello scudo di Achille, descritto da Omero nell’ottavo Libro dell’Iliade. Perché l’Iliade e i classici omerici? Non si può parlare di un passato che sia decisivo per una persona che vive oggi, se in qualche modo questo passato non diventa presente. Se è puro ricordo non lascia traccia, ma, se non è puro ricordo, è qualcosa del passato che incide sul presente. La lettura in classe dell’Iliade ci ha appassionato perché nelle vicende umane di quegli eroi ognuno di noi si riconosce, scopre che il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, duemila anni fa come oggi, e da quelle vicende è indotto a riflettere sulle proprie azioni. Dopo aver letto il testo che descrive lo scudo di Achille, in arte lo abbiamo ricostruito con la tecnica dello sbalzo su rame. Al suo interno vi sono scene di vita quotidiana: al centro, nella prima piastra, la Terra, il mare e il cielo con le sue costellazioni; nella seconda piastra due città, una in pace, l’altra in guerra; nella terza i processi di aratura, vendemmia e raccolto; nella quarta un gregge, una mandria e la gioia della danza; infine, a racchiudere il tutto, l’Oceano. Non ci siamo fermati all’apparenza dei segni ma abbiamo voluto capire il senso di quelle scene rappresentate. Il riferimento ai vari momenti della vita quotidiana esprime, allora come oggi, l’amore che ogni uomo ha per la vita che ha vissuto e a cui desidera tornare. Classe II, Scuola Media

E. Campanini