Lo scultore Giuliano Vangi si confronta con Pisano, Donatello e Michelangelo

Tante le opere create a Pesaro dallo scultore toscano, nella grande mostra al Mart di Rovereto

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Una mostra che resterà negli annali quella che Giuliano Vangi ha inaugurato al Mart di Rovereto perché rappresenta una grande autostrada artistica che collega il Rinascimento fino ad oggi. Un percorso voluto e pensato da Vittorio Sgarbi. Una grande evento quello di Rovereto che ha un solo rimpianto: e cioè che una mostra di questa caratura e di questa valenza internazionale non si sia mai riusciti a farla a Pesaro, pur giocando in casa, perché terminate le fatiche trentine Giuliano Vangi in questi giorni è tornato nel suo studio-abitazione di via Vaccai "dove mi sto un po’ riposando perché l’esposizione di Rovereto è stata molto faticosa, anche se devo dire che l’allestimento curato da Mario Botta, è spettacolare, avvolgente, molto bello tanto che sembra di entrare in una chiesa", dice lo scultore. Che ha avuto il conforto di avere al seguito, il giorno dell’inaugurazione, di diversi pesaresi, fanesi ed anche un pullman di fans di Barberino del Mugello dove Vangi è nato. L’uomo che ha voluto questa grande mostra – lo spazio espositivo è di 1.800 metri quadrati – è Vittorio Sgarbi che è presidente del museo Mart, edificio realizzato da Mario Botta, l’architetto-amico della scultore. Sono esposte in totale 38 scultore che partono dagli anni Sessanta e vanno fino ai giorni nostri. Ad accogliere il visitatore "un disegno alto due metri e lungo 36 che “avvolge“ le prime sculture che si incontrano entrando al museo", dice Vangi. La mostra che chiuderà i battenti il 9 di ottobre è intitolata "Giuliano Vangi. Colloquio con l’antico. Pisano, Donatello, Michelangelo". E in questo titolo c’è tutto, "l’anello di congiunzione tra i grandi del Trecento e del Rinascimento e l’opera di questo scultore".

Perché percorrendo il museo vedi Vangi accanto a Giovanni Pisano, in raffronto con Donatello e Michelangelo, con Iacopo della Quercia: un lungo filo che attraversa i secoli e congiunge il passato al presente nell’interpretazione della figura umana e nell’uso dei materiali. Una grande apertura quella che si è svolta al Mart: dal Giappone è arrivata la direttrice del museo Vangi di Mishima, Koko Okano. L’oriente è il grande palconoscenico di Giuliano Vangi che poco tempo fa ha consegnato la statua-ritratto che la proprietaria di una delle maggiori corporation al mondo ha voluto dallo scultore dopo aver passato giorni in posa nello studio di Giuliano Vangi. Nei monitor del Mart, fra le altre cose, viene proiettato in continuazione un documentario che è stato girato in città, con Vangi e Sgarbi, qualche giorno prima dell’inaugurazione e firmato da Emerson Gattafoni, “pesarese“ nel mondo, e Valeria Cagnoni la sua compagna. Un grande ritratto dell’opera di Vangi della durata di 30 minuti e che sia il sindaco Matteo Ricci che il vice Daniele Vimini hanno intenzione di far proiettare anche a Pesaro. Forse quella di Roverto è la seconda mostra più importante dedicata a Vangi dopo quella del Forte Belevedere di Firenze di 40 anni fa. Il tutto con un rimpianto: la Pesaro delle occasioni perse.

Maurizio Gennari