Lo ’zoo di Berlino’ sotto casa Parco, la rabbia dei residenti: "Si bucano all’aperto, aiutateci"

Nel parcheggio che dà su via Cimarosa un via vai di consumatori, spesso giovanissimi. Gli abitanti chiedono tre rimedi: telecamere, la guardia, o il disboscamento di quell’angolo.

Lo ’zoo di Berlino’ sotto casa  Parco, la rabbia dei residenti:   "Si bucano all’aperto, aiutateci"

Lo ’zoo di Berlino’ sotto casa Parco, la rabbia dei residenti: "Si bucano all’aperto, aiutateci"

di Elisabetta Rossi

Un viavai continuo, alla luce del sole. Uomini, donne, ma soprattutto ragazzini e ragazzine che si infilano nella boscaglia per riemergere dal verde poco dopo. C’è chi compra e se ne va, chi la consuma sul posto. Come quel tossico che si buca addirittura a bordo del furgone aziendale, usando la cintura di sicurezza come laccio emostatico. Scene da "zoo di Berlino", anche se per fortuna in versione ridotta, quelle che ogni giorno scorrono sotto gli occhi dei residenti di quell’angolo di bosco tra via Solferino e via Cimarosa, a ridosso del parcheggio dove una volta c’era un casolare. A documentare quella piazza dello spaccio a cielo aperto sono stati gli stessi abitanti. Foto scattate giusto qualche giorno fa. E mentre gli scambi tra pusher e clienti proseguono, crescono la rabbia e la paura dei residenti. Che ora chiedono in coro un intervento decisivo da parte delle istituzioni. Intervento per mettere fine a quel degrado e riportare sicurezza nella zona. "Non ne possiamo più di essere spettatori inermi di quello che succede qui da mesi e mesi – sbottano – Per questo chiediamo innanzitutto che si metta una telecamera sul parcheggio, ma non solo. Vogliamo che il Comune intervenga per disboscare quell’area, che non fa parte del Parco Miralfiore, in maniera sistematica. Non basta venire ogni tanto se si vuole davvero combattere questa piaga. Ma, infine, la soluzione ideale, quella che farebbe da deterrente per gli spacciatori, è l’istituzione di una guardia del parco che sorvegli la zona. Lo sappiamo che questa è una soluzione difficile da attuare, ma sarebbe la più efficace. Intanto però chiediamo la telecamera e una pulizia del verde che non permetta più ai pusher di poter portare avanti i loro traffici indisturbati. Solo così potremo sperare di riappropriarci del parco".

"Certi giorni all’ingresso della boscaglia – raccontano i residenti – ci sono le file come al supermercato. Vediamo di tutto. Adulti, uomini, donne, ma anche tanti giovanissimi. Tra questi la metà saranno ragazzine. Vanno a comprare droga dagli spacciatori, di solito stranieri. E c’è chi si fa anche sul posto. Mentre mamme e papà passano con i propri figli. Oppure accanto alle auto parcheggiate dei residenti. Non è solo qualcosa di molto triste, ma abbiamo anche paura, per noi e anche per quei giovanissimi che si bruciano in questo modo".

Il pensiero va agli scontri che sono scoppiati tra i pusher, per la maggior parte nigeriani, per regolamenti di conti o per aggiudicarsi il controllo della piazza. Uno di questi era stato ritrovato con un grosso coltello addosso. "Mia figlia ha così paura che vuole che l’accompagni al parcheggio a prendere la macchina – continua uno dei residenti – ma temiamo anche che qualche ragazzina possa fare la fine di Pamela Mastropietro, la giovane uccisa e fatta a pezzi a Macerata. Non vogliamo aspettare il morto prima che qualcuno intervenga davvero. E qui la situazione sta degenerando. I tossici e i pusher entrano ed escono dalla boscaglia come e quando gli pare".

E per stroncare il traffico, non ci sarebbero che questi tre modi: "La telecamera sull’area, il disboscamento di quell’angolo di verde vicino al parcheggio e la guardia del Parco". Appello lanciato. Le istituzioni cosa rispondono?