L’omicidio che insanguinò il Natale in città Scattano i processi ai sicari e al terzo uomo

In tribunale la verità sul delitto ordinato dalla ’ndrangheta: vittima Marcello Bruzzese, fratello di un collaboratore di giustizia. Oggi alla sbarra colui che pedinò il 51enne e pianificò l’agguato, domani tocca ai due accusati di essere gli esecutori materiali

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di Elisabetta Rossi

Due processi in due giorni per l’omicidio che ha insanguinato il Natale di 4 anni fa, l’omicidio di Marcello Bruzzese, il 51enne fratello del pentito di ‘ndrangheta Girolamo Biagio, ex affiliato della cosca Crea di Rizzicomi. Questa mattina si apre il giudizio davanti alla Corte d’Assise di Pesaro contro Rocco Versace, 55 anni, di Taurianova (Reggio Calabria), accusato di aver aiutato a pianificare il delitto con appostamenti e pedinamenti per controllare gli spostamenti di Marcello. Domani invece sarà il turno di Francesco Candiloro, 43 anni, di Polistenia, e Michelangelo Tripodi, 44 anni, di Vibo Valentia, i quali hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e saranno processati quindi di fronte al gup del Tribunale di Ancona. A differenza di Versace, Candiloro e Tripodi hanno scelto di beneficiare, in caso di condanna, di uno sconto di un terzo della pena. I due, ondo l’accusa, sarebbero gli autori materiali dell’omicidio, quelli che hanno premuto il grilletto, svuotando sulla vittima un intero caricatore con pistole calibro 9. Bruzzese, freddato mentre era in auto e stava entrando nel suo garage in via Bovio 28, era stato prescelto dalla ‘ndrangheta come bersaglio della vendetta trasversale per il "tradimento" del fratello Girolamo.

Vendetta che, in perfetto stile mafioso, è stata messa in atto nel giorno di Natale, il giorno della festa di famiglia per eccellenza. Proprio per infliggere ancora più dolore ai famigliari che, ogni anno, in quel giorno di gioia vivranno nel ricordo del parente ucciso. Tripodi, difeso dall’avvocato Vincenzo Trungadi, procederà con un abbreviato secco, per Candiloro, assistito dall’avvocato Fausto Bruzzese, sarà invece un abbreviato condizionato ad una visita oculistica. Un dettaglio importante. Gli investigatori hanno indicato il 43enne come il killer che, il giorno dell’omicidio aveva addosso un berretto, una sciarpa e un parka, ma non gli occhiali da vista di cui invece farebbe uso e dai quali non si separerebbe mai perché altrimenti non vedrebbe.

Candiloro, sostiene sempre la difesa, non avrebbe mai usato nemmeno lenti a contatto quindi quello indicato come uno dei sicari potrebbe non essere lui. Versace invece, che stamattina si troverà davanti ai giudici dell’Assise e al pm Daniele Paci, con accanto il suo difensore, l’avvocato Pasquale Loiacono, ha scelto il dibattimento, rifiutando sconti e scorciatoie.