
Da sinistra, Alessandra Giardina, Lucia Annibali e Paolo Pagnini
Dal passato del racconto di un’aggressione avvenuta 12 anni fa, che ormai vuole "dare per assodato", allo sguardo su ciò che ha realizzato successivamente e su ciò che verrà. Lucia Annibali è tornata a Urbino, all’Università Carlo Bo, per presentare il proprio nuovo libro, "Il futuro mi aspetta. “Ho scelto di rinascere“" (ed. Feltrinelli), in cui l’avvocata cambia la prospettiva della propria storia e scegliere di andare avanti.
"Ho lavorato per decostruire il personaggio della donna sfregiata, che, a lungo andare, sarebbe potuto diventare un cliché riduttivo, sterile, triste", racconta un passo del volume, letto dall’attrice Alessandra Giardina. Intervistata dal giornalista Paolo Pagnini, Annibali ha spiegato di aver costruito quasi da zero la propria vita, dopo l’aggressione con l’acido subita nel 2013, un progetto che ha "richiesto un forte desiderio di esistere".
Dopo tale violenza di genere, inizialmente era etichettata dai media come "“la vittima“ o “l’avvocata aggredita con l’acido“. In questo modo, però, rischiavo di sentirmi sempre cucito addosso il dramma, di essere definita da quella tragedia, ma io non volevo diventare un personaggio, né un simbolo per via del viso ferito. La mia rinascita parte da quel pianerottolo, che è anche il luogo dove è partita la mia vita. Da quel momento, per la prima volta, ho dovuto prenderla in mano. È una rinascita che si rinnova ogni giorno".
Tra gli argomenti affrontati c’è il senso di colpa che accompagna sempre le vittime di storie di violenza: "Bisogna dire alla collettività che la violenza non è colpa di chi la subisce, ma di chi la esercita".
Questo è il secondo libro di Annibali, dopo "Io ci sono. La mia storia di “non“ amore" del 2015. Scritto a quattro mani con Daniela Palumbo, è arrivato su proposta della casa editrice: "Mi hanno chiesto se avessi voglia di raccontare la mia storia pensando ai giovani. C’è sempre qualche nuova generazione da raggiungere e i ragazzi fanno già esperienza di incontri violenti e dolorosi. Parlare con loro è sempre molto importante, per dare nomi alle cose che vivono. Questo è un racconto di ciò che ho fatto nei passati 12 anni, si parla anche della mia vita da parlamentare e di come sia cambiato il pensiero di ciò che è successo. C’è la Lucia di oggi, cosa che per me va bene, perché non ho più voglia di raccontare quello che successe nel 2013 o di questo “soggetto“. Possiamo darlo per assodato e parlare di cose più interessanti".
L’incontro, organizzato da Alumni Uniurb, è stato patrocinato dal Comitato unico di garanzia, che ha annunciato la prossima apertura di uno sportello antiviolenza d’Ateneo: "Sarà un servizio inizialmente dedicato a studenti e studentesse, per aiutare coloro che vivono momenti drammatici – ha detto la professoressa Laura Chiarantini –. Avere uno sportello a disposizione, con personale formato in grado di aiutare, ascoltare, indirizzare credo che sia un nostro dovere verso di loro".
Nicola Petricca