Lungomare, il cimitero degli alberghi chiusi "E neanche Pesaro Capitale cambierà le cose"

Fabrizio Oliva, ex presidente Apa, analizza la situazione che vede 8 esercizi storici ancora sbarrati: "Forse solo due riapriranno"

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Pesaro capitale italiana della Cultura è dietro l’angolo, perché si parte ad inizio 2024. Ma che effetto trascinamento potrà avere sugli alberghi chiusi, in totale 8 per circa 7-800 posti letto? Fabrizio Oliva ex presidente degli albergatori, titolare dell’hotel Caravelle in viale Trieste ed anche di una genzia di viaggio fa il punto

"Io direi che fra un anno e poco più, di alberghi chiusi che riapriranno i battenti, di certi ce ne sono solamente due: il Cruiser dove stanno già lavorando dentro ed anche l’hotel Vienna dove sono partiti i lavori di ristrutturazione. Forse, ma molto forse, anche il ‘Garden’ che fa riferimento alla società Renco che aveva annunciato l’abbattimento della struttura per la primavera scorsa ma ancora nulla".

"Per il resto – prosegue Oliva – credo che non si muoverà nulla, non tanto per una questione soldi perché dietro molti hotel chiusi ci sono anche famiglie per così dire importanti, quanto per il fatto che i progetti che sono stati pensati sono abbastanza complessi".

Perché il cimitero degli elefanti e degli elefantini del turismo ormai è pietrificato da anni. Lo ‘Sporting’ di via Nazario Sauro fa capo ad una famiglia di Rimini che vuol vendere ma non... svende. Quindi c’è la ‘Bussola’, sempre lungo la stessa strada, che come l’International in viale Cesare Battisti, fa capo alla società immobiliare della famiglia Berloni della Fox. Quindi l’hotel Lido acquistato dal presidente della Vis Pesaro Mauro Bosco, quindi il Royal in viale Cesare Battisti. Poi c’è l’Adria su viale Trieste che fa riferimento ai titolari dell’impresa Sapil che hanno vinto un ricorso per arrivare alla realizzazione di un residence. Nel conto va messo anche l’hotel Principe che fa capo ad una storica famiglia di costruttori cittadini, i Del Chierico che possiedono anche l’Atlantic e il Rossini. "Apro per il prossimo anno il Principe? No, non credo – dice Fabio Del Chierico – anche perché non ci sono i tempi. Poi sono investimenti grossi e i ritorni sono lunghi. Il Principe ha un totale di 50 camere e se le adegui ai nuovi standard, diventano 40. Troppe poche. Poi lavori bene ad agosto, ma c’è anche tutto il resto dell’anno e se non hai una gestione familiare si fatica..."

"La stagione sta andando molto bene – continua Oliva – ma diciamo che la maggioranza degli ospiti sono italiani. Rifanno capolino i russi? No, niente di particolare perché quelli che sono in questo momento in città sono quasi tutti legati al Rossini Opera Festival".

E l’effetto Pesaro capitale della Cultura 2024 non diventa un possibile un motore turistico con investimenti? "Il livello dei nostri hotel è abbastanza alto anche perché sono state fatte ristrutturazioni nel corso degli ultimi anni per cui anche il turismo italiano è di qualità, tolte due o tre strutture. Ma la situazione non cambia anche se l’effetto Capitale della Cultura c’è perché lo vedo con l’agenzia di viaggio dove ancora c’è gente che vuole andare a visitare Matera. Lo stesso discorso vale per l’isola di Ponza, dove hanno dovuto contingentare il flusso dei turisti che arrivano sull’isola perché la domanda è superiore alla capacità dei posti letto".