CronacaLupi choc Pesaro, la vittima: "Io, in balìa del branco davanti a casa. Poteva finire male"

Lupi choc Pesaro, la vittima: "Io, in balìa del branco davanti a casa. Poteva finire male"

Il racconto di Svetlana Filipova, circondata da otto esemplari mentre stava accudendo gli animali a Granarola: "E’ stato tutto incredibile, credevo di averne solo davanti a me ma erano anche alle spalle"

Pesaro Urbino, 2 dicembre 2022 - Il giorno dopo Svetlana Filipova, 46 anni, moglie dell’agricoltore Danilo Mancini, ripercorre i terribili momenti dell’aggressione dei lupi nell’aia di casa sua (video), a Granarola: "E’ successo tutto in un attimo, mi sono ritrovata circondata dai lupi , a pochi metri, che non avevano alcuna paura di me e rincorrevano gli animali da cortile. E’ stato terribile, d’impulso ho gridato e ho agitato la mia pala contro di loro, credevo di averne solo davanti e invece c’erano anche dietro. Poi è arrivato mio marito e sono scappati, è stato allora che li abbiamo potuti contare mentre scavalcavano la recinzione dopo avere fatto razzia dei nostri animali. Erano otto". Mai temuto di essere aggredita? "E’stato tutto così incredibile e veloce che non ho potuto rendermi conto del pericolo reale che correvo, vedevo solo questi animali che giravano attorno a me, a casa mia. Non auguro a chi difende questi animali di provare lo spavento che ho provato io".

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La donna aggredita dai lupi
La donna aggredita dai lupi

Nel podere di via Ghetto a Granarola ieri sono tornati gli uomini della Forestale per dire alla famiglia che le istituzioni ci sono, sono presenti. "Un grande conforto, li ringraziamo, ma non possiamo fermarci qui. I lupi vanno abbattuti, sono troppi e pericolosi", dice Danilo che ha lanciato un appello perché si faccia finalmente qualcosa. "Ho sentito telefonicamente Danilo Mancini – scrive il deputato Mirco Carloni – proprio per esprimere a lui e a sua moglie la mia vicinanza e solidarietà per quanto accaduto. Per questo è fondamentale un cambio di approccio, che vada nella direzione di un piano nazionale di gestione di un animale che, lo ricordiamo, è a tutto diritto specie protetta. Stiamo lavorando per un intervento normativo mirato a dare un segnale forte su questo tema, perché non possono essere gli allevatori a dover pagare questo “prezzo” così oneroso in termini sia di sicurezza che di valore economico perso".

Giacomo Rossi, consigliere regionale: "Mi occupo di questo argomento da anni e come Consigliere regionale, oltre che i numerosi appelli via stampa sulla problematica, il 7 dicembre 2021 ho presentato in Consiglio regionale un’interrogazione a risposta immediata sull’argomento ed il 28 dicembre dello stesso anno ho inviato una lettera ai prefetti marchigiani segnalando la pericolosità della situazione. Dalla Regione non ho mai ricevuto una risposta concreta, tanto meno dall’ex assessore Carloni che ora come presidente della Commissione Agricoltura della Camera dichiara di volersi occupare dell’argomento. Spero che sia la volta buona. Io continuerò a sollecitare le istituzioni per iniziare una gestione mirata del lupo come avviene in altri paesi europei, i quali intervengono seriamente con selezioni mirate in caso di soprannumero, di fenomeni di attacchi cronicizzati e di antropizzazione di questa specie. Continuerò questa mia battaglia nonostante le tante minacce che ho ricevuto da degli animalisti fanatici che credono che la sopravvivenza del lupo valga più di quella di altre specie animali, tra cui l’uomo".

Per Sabina Pesci, presidente provinciale della Cia (Confederazion e italiana agricoltori), "il problema è essenzialmente normativo. L’accerchiamento dei lupi a Granarola è la conferma che non si riesce più a gestire la fauna selvatica. Sono anni che denunciamo la presenza massiccia di lupi in alcune aree, fino al mare. Abbiamo problemi seri come mondo agricolo. Non si tratta solo di danni, ma anche di sicurezza. Le istituzioni devono prendere in seria considerazione il modo di ridurre la presenza del lupo che è diventata troppo pressante. Non possiamo continuare ad essere martoriati da cinghiali, storni e lupi. Decine di famiglie hanno smesso l’allevamento, ora siamo arrivati a un punto di non ritorno. I lupi devono essere gestiti e non lasciati alla libera procreazione. La fauna va gestita, non può essere solo protetta e nella legge 157 nazionale va sostituita la parola protezione con la parola gestione. Le istituzioni si facciano carico di questo".