Pesaro, maestra a processo per maltrattamenti all'ex e alla figlia di lui

La 35enne pesarese li avrebbe minacciati, insultati, umiliati, feriti con pugni e graffi. "Ti disintegro, devi strisciare"

Maltrattamenti

Maltrattamenti

Pesaro, 11 ottobre 2019 - Avrebbe minacciato, insultato, umiliato, ferito con pugni e graffi il suo ex compagno e la figlia minore che lui ha avuto da una relazione precedente. «Ti disintegro, ti faccio finire in mezzo a una strada, devi strisciare», le parole che lei avrebbe pronunciato a contorno delle vessazioni. Parole e atti che sarebbero avvenuti sempre alla presenza del piccolo di 4 anni che aveva avuto col convivente. E che le sono costati il rinvio a giudizio per maltrattamenti e lesioni. A finire a processo è stata un’insegnante di sostegno, 35enne pesarese, in servizio in una scuola della prima periferia.

Processo che entrerà nel vivo alla prossima udienza, a febbraio del 2020. I fatti risalirebbero al 2017. Tre gli episodi (a luglio, novembre e dicembre) contestati alla donna sulla base delle denunce sporte dall’ex convivente. Denunce, quelle per le lesioni, che l’uomo, 40enne pesarese, ha nel frattempo ritirato. Tutto comincerebbe dalla fine della storia tra i due. Una separazione conflittuale che finisce per esacerbare gli animi. Ma è lei, secondo l’accusa, che avrebbe finito per lasciarsi andare ad azioni oltre la soglia del lecito.

Con maltrattamenti verso la figlia dell’ex compagno e contro l’ex compagno. Sotto gli occhi del loro bimbo di appena 4 anni. A detta della presunta vittima, l’ex (che non si è ancora costituito parte civile come neppure la figlia), la donna gli avrebbe riservato insulti, offese, minacce. Ma avrebbe anche messo le mani addosso sia a lui che alla figlia. In un’occasione lo avrebbe preso persino per il collo. Un’aggressione per la quale l’uomo era andato in ospedale (prognosi di 10 giorni). L’ennesimo episodio che lo avrebbe spinto a fare querela. Ma denunce, contro ignoti, sono partite nel frattempo anche da parte dell’imputata (che è difesa dall’avvocato Adriano Blasi di Cagli) la quale aveva ritrovato le gomme dell’auto tagliate con una lama.