Maggioranza fragile Al lavoro i pontieri

La mozione su Aset rischia di essere approvata con i voti dell’opposizione. Si lavora per modificarla e trovare la sintesi

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Sull’orlo di una crisi di... maggioranza. La mozione su Aset (firmata da Pd, In Comune e Azione) per ribadire il no alla fusione e accelerare sul biodigestore (le proposte dovrebbe essere portate in consiglio entro il 15 ottobre) manda in tilt il Pd e il centrosinistra. Se l’obiettivo iniziale era quello di ricompattare la coalizione, il risultato finale rischia di essere esattamente l’opposto: c’è infatti l’eventualità che la mozione, proposta dalla maggioranza, sia approvata nel consiglio del 30 luglio con il voto dell’opposizione. Per evitare che tutto ciò accada lunedì sera si sono riunite le liste del sindaco (Noi Città, Noi Giovani e Insieme è Meglio) e ieri sera c’è stato l’incontro di maggioranza che abitualmente precede il consiglio: obiettivo modificare la mozione perché sia votabile da tutti i consiglieri di maggioranza.

Per le liste civiche e anche per Più Europa nel documento deve essere chiaro che non c’è alcuna volontà di esclusione di Mms, così sembra sia stato richiesto di eliminare la parte dove si affidava al dirigente del Comune e ai tecnici Aset la valutazione delle proposte di collaborazione sul biodigestore. Lunedì sera si è anche svolto l’incontro tra la capogruppo del Pd Agnese Giacomoni e la segretaria provinciale del Partito democratico Rosetta Fulvi e il segretario comunale Alberto Bacchiocchi, che non ha prodotto cambiamenti sostanziali.

A proposito del Pd fanese, Fulvi esprime preoccupazione "per un partito diviso, litigioso e incapace di trovare una sintesi unitaria a livello istituzionale. Una situazione che sta producendo marginalizzazione e isolamento politico e istituzionale di Fano con ricadute significative sulla città e sul resto del contesto provinciale". E ancora sul futuro di Aset: "Avere un’azienda pubblica o pubblicoprivata a maggioranza pubblica è un tema ideologico superato dalle normative e dal mercato. Il tema vero è la ‘dimensione’ ottimale per avere capacità di competizione e difesa dai capitali stranieri, per avere le condizioni tecniche e di bilancio per attrarre investimenti e finanziamenti, mettere in campo le risorse per il rinnovo e la manutenzione delle reti e ottenere ‘costi sostenibili’ per ridurre le bollette".

"Il Pd provinciale – prosegue Fulvi – chiede un percorso territoriale prima ancora che aziendale per costruire il progetto più forte, partendo prioritariamente dal dialogo con Mms. Per fare questo è necessario ragionare su dati oggettivi che solo un Piano di fattibilità può dare: se non esiste deve essere subito approntato, diversamente è bene tirarlo fuori".

Anna Marchetti