Malato per lavorare, ma in forma a tennis

Per i giudici, è compatibile giocare mentre si è a casa per dolori alla schiena. Da punire invece l’uso dei certificati medici

Era in malattia, ma gli inquirenti lo avevano pizzicato a giocare a tennis e a suonare il basso con la band. Per questo motivo, nel dicembre del 2017, un poliziotto in forza alla Polaria di Rimini era finito sotto processo. L’indagine, condotta dal sostituto procuratore Davide Ercolani, riguardava Antonino Mariella, 48 anni, di Pesaro. Nei giorni scorsi si è concluso il primo grado del processo che lo vedeva alla sbarra per alcuni episodi di assenteismo avvenuti nel 2015. L’ex assistente capo è stato assolto dall’ipotesi di reato più pesante, quella di truffa ai danni dello Stato, e dall’accusa di aver utilizzato dei certificati medici che attestavano falsamente la malattia per giustificare l’assenza dal lavoro. E’ stato invece condannato a nove mesi (pena sospesa) per aver reso alla Commissione medica dichiarazioni non veritiere sul suo stato di salute. Otto i certificati che erano finiti nel mirino degli inquirenti: Mariella è stato ritenuto responsabile solamente per due di essi, mentre è stato assolto per i restanti sei. Il suo legale, l’avvocato Massimialino Orrù, esprime soddisfazione per una sentenza che "di fatto ha sancito l’innocenza dell’imputato per quanto riguarda l’accusa più infamante, quella di truffa ai danni dello Stato. Mariella era stato travolto dall’inchiesta il 12 dicembre del 2017, al termine di un’indagine svolta dalla Polizia aeroportuale. L’uomo era rimasto lontano dal lavoro per lungo tempo a causa di una lombalgia causata da un’ernia. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, tuttavia, durante il periodo di assenza, era andato in varie occasioni a giocare a tennis, partecipando addirittura a dei tornei con gli amici. Gli investigatori lo avevano persino ripreso mentre giocava le partite. Era stato posto agli arresti domiciliari. Ma l’agente si era difeso a oltranza, spiegando che la sua malattia (regolarmente certificata dalla Commissione medica) gli impediva di svolgere attività troppo pesanti, ma non di giocare a tennis