Fano, malore mentre nuota. Gravissima docente universitaria

Monia Andreani, 45 anni, è nota in città per i suoi libri

Monia Andreani (Foto Petrelli)

Monia Andreani (Foto Petrelli)

Fano (Pesaro e Urbino), 27 maggio 2018 - Ha avuto un malore mentre nuotava al largo della spiaggia di Sassonia ed ora versa in gravissime condizioni Monia Andreani, 45enne ricercatrice di Bioetica all’Università di Urbino Carlo Bo e di Filosofia Politica all’Università per Stranieri di Perugia, molto nota in città per aver scritto diversi libri sui ‘caregiver’ e per il suo impegno civile a sostegno dei diritti umani, militante dei gruppi di Alternativa Libertaria e Femminismi. Allo stato attuale la prognosi della docente universitaria è riservata, ma dalle poche parole pronunciate dai medici che l’hanno in cura nel reparto di Terapia intensiva del Santa Croce, gli amici hanno già capito che anche nel migliore dei casi non riavranno più la Monia Andreani che conoscevano. «L’ossigeno è mancato al cervello per troppo tempo», racconta frastornato e incredulo Roberto Pagnottella, il presidente del Circolo velico di Sassonia davanti al quale si è consumato ieri mattina il dramma della donna.

Erano le 11.45, quando Iride Gabbianelli ha chiamato il 118 senza neppure sapere cosa stesse realmente succedendo. "Ho sentito la gente urlare ‘Aiuto, chiamate il 118’ – racconta la titolare di Bagni Maurizio, la spiaggia attigua al Circolo velico – allora ho preso il telefono e mandato i miei ragazzi a vedere cosa stesse succedendo". I bagnini di salvataggio Matteo Sabbatini e Simone Badioli si sono precipitati al Circolo velico e hanno trovato la donna, in muta da sub, distesa su un fianco, non reattiva. "Quando siamo intervenuti una signora l’aveva già tirata fuori dall’acqua – racconta Sabbatini –. Era appoggiata a riva, su un fianco, sputava acqua. Le abbiamo praticato le manovre che ci hanno insegnato e il massaggio cardiaco finché non è arrivata l’ambulanza". Pochi minuti che sono sembrati un’eternità. Pochi istanti prima era stato un bambino che giocava in spiaggia a lanciare l’allarme. "C’è una persona che galleggia in acqua a faccia in giù», ha detto ad una delle due amiche che erano andate in spiaggia con l’Andreani. Erano intente a prendere il sole, a quell’ora rivolte spalle all’Adriatico per favorire la tintarella. Subito una delle due si è gettata in mare per tirarla a riva. «I medici non hanno usato il defibrillatore perché non c’era bisogno - racconta Badioli - ma ci hanno messo molto a stabilizzarla lì sul posto. Aveva gli occhi aperti ma non era assolutamente reattiva".

Prezioso è stato l’intervento dei due bagnini, che per fortuna erano in spiaggia sebbene il servizio di salvataggio sul litorale inizierà solo il primo week end di giugno per diventare quotidiano la settimana dopo. "Deve aver avuto un malore in mare quasi subito – prosegue il drammatico racconto Pagnottella - perché era entrata in acqua da pochi minuti per fare una nuotata. Aveva la muta per cui non è stata una congestione. Un ragazzino ci ha avvisati. L’abbiamo vista a faccia in giù ma non sappiamo per quanto tempo sia rimasta così. Quando l’hanno portata fuori aveva le labbra nere e gli occhi stralunati. Per fortuna c’erano quei due bagnini, perché il lungo massaggio cardiaco è stato fondamentale". Il mare era calmo ieri e la Andreani non si è allontanata più di 10/15 metri dalla riva. "Era una donna esperta e prudente – prosegue Pagnottella – ben allenata: andava in barca, canoa, wind surf e nuotava molto".

Ieri pomeriggio al capezzale della 45enne residente a Barchi, sono arrivati da Perugia i genitori, chiamati dalle amiche a cui è toccato l’ingrato compito di informarli dell’accaduto. Con il passare del tempo si è saputo qualcosa in più. "Ha avuto un infarto improvviso – rivela Pagnottella –, ma il vero problema è stata l’acqua finita nei polmoni e la mancanza di ossigeno. E dire che è sempre stata una salutista: non fumava, non beveva… Negli ultimi giorni diceva di essere un po’ stanca, ma si pensava ai ritmi frenetici di lavoro. Un po’ di stress e le tensioni naturali che accumuli. I medici non si pronunciano ma la danno gravissima".