Mamma morì di overdose "Non fu colpa del pusher"

Si è chiuso con un’assoluzione il processo contro lo spacciatore che nel 2019 cedette la dose di eroina a Marica Carletti, appena uscita dalla comunità.

Mamma morì di overdose  "Non fu colpa del pusher"

Mamma morì di overdose "Non fu colpa del pusher"

di Elisabetta Rossi

Era accusato di aver ceduto la dose letale di eroina a una mamma fanese di 34 anni, Marica Carletti. Finito a processo, ieri è stato assolto per la morte della donna ("perché il fatto non costituisce reato") e condannato a 2 anni e 9 mesi di reclusione per diversi episodi di spaccio. L’imputato, Philip Okoahgi, è un nigeriano richiedente asilo di 35 anni. Il pm aveva chiesto la condanna a 7 anni, ma il giudice ha escluso la responsabilità del nigeriano per il decesso della Carletti, riconoscendo invece le cessioni di eroina.

La vittima era mamma di un bimbo di 7 anni. Era appena uscita dalla comunità quando, a luglio 2019, aveva di nuovo ceduto al richiamo della sostanza. Ma purtroppo quell’ultima assunzione le era costata la vita. L’avevano trovata esanime nel bagno di casa. Quattro anni prima, la droga aveva già ucciso il suo compagno e padre del bimbo. Per il piccolo, si era costituito parte civile il tutore, assistito dall’avvocato Roberto Ginesi. Per chiedere giustizia più che per avere un risarcimento su cui neppure speravano.

Il difensore di Okoahgi, l’avvocato Paolo Cognini, ha sostenuto l’estraneità dell’imputato dall’accusa di morte (della Carletti) come conseguenza del delitto di spaccio. Le manette al nigeriano erano scattate dopo un inseguimento rocambolesco ad Ancona. Per sfuggire ai poliziotti, il pusher era saltato giù da un’auto quasi in corsa e aveva provato a nascondersi nel parcheggio multipiano agli Archi.

Gli agenti del commissariato di Fano erano sulle sue tracce da settimane, dopo la morte della Carletti. All’udienza erano stati ascoltati diversi clienti, ex tossici, dello spacciatore. Avevano tutti confermato di aver comprato la sostanza da lui. E per quelle cessioni è stato condannato. A collegarlo alla Carletti invece sarebbero stati alcuni sms ritrovati nel cellulare della donna. Ci sarebbero state anche delle immagini delle telecamere della stazione ferroviaria nelle quali si vedrebbe la Carletti insieme con l’imputato.