Pesaro, 7 dicembre 2024 – Una gara di solidarietà. Sarà il Natale che si avvicina, o il cuore grande di pesaresi e non, fatto sta che la storia di Manuel, il bambino affetto da autismo che ha perso mercoledì scorso il prezioso tablet con cui comunica, mentre andava alla scuola dell’Infanzia “il Giardino fantastico”, sta commuovendo molte persone. E tra queste, qualcuno ci ha scritto, con un messaggio breve e chiaro: “Glielo ricompro io”. Perchè il tablet, in effetti, ancora non è stato ritrovato, e a questo punto è difficile che salterà fuori. Ed è proprio questo il problema. Perchè se il tablet rispuntasse fuori, per Manuel e sua mamma, Marybel, 29 anni, sarebbe tutto più semplice. Perchè il problema, in questa storia, non sono i soldi. Quel tablet, compreso il programma particolare che aiuta Manuel a comunicare (si chiama Liar) è vero che costa molto (solo il programma, 1200 euro), ma quei soldi al tempo a Marybel glieli ha dati il Servizio sanitario nazionale, essendo un supporto per bimbi autistici.
“Se io ritrovassi il tablet – dice la giovane madre – potrei evitare di rifare tutta la richiesta che feci a suo tempo per averlo. Se esiste una assicurazione, e questo al momento non lo so, devo sentire lunedì l’ambulatorio della Santo Stefano riabilitazione, io riuscirò a riaverlo, ma ci vorrà del tempo, e non so quanto. Se invece l’assicurazione non era stata fatta, allora devo ricominciare tutta la trafila”.
Ma nel frattempo Manuel come fa? “Si fa comunque capire – risponde Marybel – ma il problema è quando deve indicare dei luoghi, tipo bagno, giardino ecc..., o chiedere delle cose , ’aprimi un barattolo’, che prima riusciva a indicare col tablet, e ora non più. E poi quel tablet gli serviva per fare la terapia sempre alla Santo Stefano, cioè logopedia e cose simili, che ora per forza di cose non fa più”.
Quindi adesso è tutto più complicato, anche se Manuel continua da andare a scuola, come sottolinea l’assessore alle Politiche educative, Camilla Murgia: “Ci stiamo atti attivando per aiutare la famiglia a fornirgliene un altro, il bambino comunque continua a frequentare”.
Poi c’è, appunto, la solidarietà. Marybel è commossa: “Ringrazio tutti”, dice. La solidarietà ha il nome ad esempio del presidente del consiglio comunale ed ex assessore Enzo Belloni, che dice: “Se la famiglia ha bisogno, glielo compro io”. Poi il titolare di un’azienda che ha inviato una mail, chiedendo l’anonimità, e scrivendo: “Vorrei garantire l’acquisto del dispositivo alla famiglia in questione. Ho un bimbo della stessa età, mi sento particolarmente toccato e mi vergognerei per l’intera città se la storia non avesse un lieto fine”. E direttamente alla scuola di infanzia ha chiamato ieri anche una donna, dicendo disponibile a versare la cifra che serviva. Ma non è ciò che serve in questo momento a Marybel e a suo figlio. Servirebbe che chi ha ritrovato quel tablet si mettesse una mano sul cuore e lo restituisse al bambino. “Una serie di funzioni sono anche bloccate”, spiega ancora mamma Marybel “sempre che uno non lo faccia modificare”. Manuel tornerebbe a poter esaudire tutti i suoi desideri senza dover aspettare chissà quanto.