
"Marchionni incapace di intendere e volere"
Andrea Marchionni, l’assassino reo confesso di Marina Luzi, 39 anni, mamma di una bambina di due anni, era incapace di intendeve e di volere al momento dell’omicidio. Lo stablisce la relazione di un perito, Luigi Berloni, richiesta dalla procura a settembre, dopo aver valutato le dichiarazioni totalmente deliranti rese dal Marchionni durante l’interrogatorio, davanti al gip del tribunale di Urbino, Francesca D’Orazio, il 28 scorso. Il contenuto era più o meno: "Ho ucciso Marina perché appartiene alla Massoneria, Marina assieme ad altri è alla base del mio malessere fisico e psicologico e lei e altri hanno operato per contagiarmi ecc...". Di fronte a ciò, il pm Simonetta Catani chiede la perizia che poi giungerà a quelle conclusioni. Che in teoria possono mettere una pietra sul processo prima che questo inizi. Se Marchionni è totalmente incapace di intendere e di volere, non è infatti processabile. Per questo, ieri la sorella di Marina Luzi, Milena, ha scritto sui social, rivolta alla sorella scomparsa: "Ti avevo promesso giutizia, mi hanno resa impotente. Ho fatto il possibile Mari, ma non è bastato, e per quello che ti hanno fatto nessusno pagherà. Solo io, mamma, la tua piccola e tutti quelli che ti hanno amata enormente per il resto della tua vita".
Per adesso, intanto, il gip si deve pronunciare entro 5 giorni, dall’8 novembre scorso, sulla richiesta che sempre il pm Catani gli ha fatto, in merto al fatto che se Marchionni è incapace di intendere e di volere, deve essere trasferito dal carcere di Villa Fastitiggi, dove è detenuto adesso, a una Rems, una residenza per detenuti psichiatrici. Le conclusioni del perito lasciano interdette le parti civili. L’avvocato Coli, che tutela la sorella Milena e la madre di Marina, dice: "L’omicidio è stato compiuto lucidamente, con una pistola che Marchionni aveva, regolarmente detenuta: allora se era pazzo perchè aveva quella pistola e la Questura non gliel’ha tolata?". La parte civile del compagno di Marina e della figlioletta è rappresentata dall’avvocatessa Elena Fabbri, del foro di Pesaro.
Il prossimo 20 dicembre un altro perito incaricato dalla procura relazionerà su un secondo aspetto importante dell’omicidio. Cioè svelerà i contenuti del telefonino e del computer che erano in uso a Marchionni. Lo stesso Marchionni, nell’interrogatorio, aveva detto che nel suo pc e in una chiavetta usb "erano scritte le motivazioni dell’omicidio".
Alessandro Mazzanti