Urbino, l'astrofisica Branchesi: "Ascoltate la voce degli scienziati"

Solenne cerimonia in consiglio comunale per la nomina ad Ambasciatrice della città nel mondo. Discorso contro le “fake news”

Il sindaco Maurizio Gambini, Marica Branchesi ed Elisabetta Foschi

Il sindaco Maurizio Gambini, Marica Branchesi ed Elisabetta Foschi

Urbino, 2 settembre 2018 - Un legame strettissimo, di amore e stima reciproci, avvolge Marica Branchesi e Urbino: l’astrofisica urbinate ha dimostrato tutto il suo attaccamento alla città durante la cerimonia in cui il consiglio comunale, in seduta solenne, l’ha investita del titolo, o meglio dell’incarico, di Ambasciatrice di Urbino nel mondo. E la sua città, con la presenza di amici, colleghi del gruppo Virgo di Urbino, ammiratori del suo lavoro, oltre che della famiglia, ha dimostrato tutto l’onore di avere Marica Branchesi come suo rappresentante internazionale.

«La mia idea è quella di portare l’immagine di Urbino ovunque: le foto della città esprimo la sua bellezza, la sua arte, la profondità della città. Da ambasciatrice non vorrei soltanto portare Urbino nel mondo ma portare la diversità del mondo a Urbino e cercherò di farlo nel miglior modo possibile – ha detto la scienziata durante le interviste prima della cerimonia –. Io mi sento locale perché amo Urbino, mi piace il fatto che sia una città piccola, accogliente, bellissima. Nello stesso tempo sono del mondo, perché il lavoro mi permette di viaggiare di continuo e le scoperte che racconto sono scoperte di migliaia di scienziati e scienziate di tutto il mondo».

Branchesi si è anche espressa sul fenomeno delle fake news, «un grande problema perché ci sono anni e anni di studio dietro la scienza: la scienza cerca di scoprire e spiegare e le fake news sono, dal mio punto di vista, irritanti e la gente dovrebbe cercare di ascoltare gli scienziati e gli scienziati devono imparare a parlare alla gente. L’Italia ha fornito gli scienziati migliori della storia, se penso al mio campo, l’astronomia, basta citare Galileo, poi Serpieri, e negli anni più recenti Occhialini (di Fossombrone, ndr), Pacini (urbinate pure lui, ndr): molte volte gli scienziati vengono visti come dei geni isolati e invece sono persone che amano il loro lavoro; una barriera che va abbattuta è vedere gli scienziati come soli, con gli occhialoni, staccati dal mondo reale».

La studiosa, durante la cerimonia, ha voluto raccontare «la bellezza delle scoperte che ho seguito in questi anni. La scienza è bellezza», ha detto, ripercorrendo poi le emozioni vissute per la scoperta delle onde gravitazionali del 2015 e l’osservazione della coalescenza di due stelle a neutroni nel 2017: «Io ho avuto l’onore di annunciare questa rivoluzione e oggi ho l’onore di raccontare la bellezza della mia città, culla dell’arte e anche della scienza».

Il presidente del consiglio comunale Foschi ha spiegato, in apertura, il significato del titolo di ambasciatrice di Urbino nel mondo, «mai attribuito prima e voluto da tutto il consiglio. Abbiamo voluto la cerimonia in questa sala per dare solennità e nel pieno della festa degli aquiloni perché sono momenti importanti per la città», ha detto Foschi. Per la maggioranza, i consiglieri Vittoria e Vetri hanno voluto rendere un omaggio all’umanità e alle capacità di una grande donna urbinate, mentre per l’opposizione il consigliere Sestili ha chiesto a Branchesi di portare nel mondo non solo il suo genio ma anche il genius loci di Urbino. L’assessore Vittorio Sgarbi, che ha anche chiesto scusa all’opposizione per passati diverbi avvenuti nell’aula del consiglio ieri nobilitata dalla presenza della scienziata, ha proposto uno sguardo al cielo di Urbino che è «cielo degli aquiloni» ma anche fonte di studi straordinari. Il sindaco Gambini ha concluso gli interventi del consiglio ricordando a Marica Branchesi che quello di ieri è stato «un riconoscimento vero della città, il più appropriato per chi riesce a comunicare a tutti la sua conoscenza. Marica dimostra che tiene non solo a Urbino ma addirittura anche alla sua frazione Castelcavallino, conservando una semplicità che le permette di far arrivare temi difficilissimi a chiunque».