Massaggi hot, titolare del centro alla sbarra

L’attività era a Fossombrone. La prestazioni da 50 euro per mezz’ora e 100 per un’ora. Un testimone in aula con la moglie

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di Elisabetta Rossi

Cento euro per un’ora di massaggio, cinquanta per la metà del tempo. Non erano tariffe popolari quelle che si pagavano in quel centro estetico cinese nel cuore di Fossombrone. E questo perché quelli non erano massaggi "normali" per sciogliere contratture o concedere relax.

Le mani delle dipendenti, tutte cinesi, si concentravano sotto l’ombelico dei clienti uomini. E in tanti, per mesi, hanno chiesto e ottenuto quei trattamenti nelle parti intime. Fino a quando le forze dell’ordine non hanno sollevato il velo su quello che succedeva all’interno del centro. A processo davanti al Tribunale di Urbino, con l’accusa di favoreggiamento della prostituzione, si trova il titolare dell’attività, un uomo di origini cinesi, che risulta però irreperibile. Secondo la procura, era lui a guadagnare grazie alle prestazioni sessuali che fornivano le sue dipendenti. Tutto nasce durante la consueta attività di controllo dei siti di incontri su internet. In uno di questi, la Polizia vede foto osé di ragazze cinesi e nota che a tutte corrisponde uno stesso numero di telefono che si riferisce a una stessa persona e soprattutto porta a quella via nel cuore di Fossombrone. Quella in cui si trova il centro massaggi.

L’attenzione degli agenti si concentra sui locali. Siamo tra il 2018 e 2019, prima che esploda il Covid. Si scopre che all’interno ci lavorano circa 5 o 6 ragazze, tutte cinesi. Risultano essere dipendenti del titolare del negozio. E sono tutte in regola. Ma gli agenti capiscono subito che non tutto è in regola tra quelle pareti. Per mesi si appostano nella zona. E vedono un certo viavai. In particolare di uomini. Si tratta solo di aspettare il momento giusto per entrare in azione. E quando arriva il giorno del blitz, nel centro trovano solo due ragazze. Una era in perizoma. Era appena uscito un cliente. Lo avevano fermato e lui aveva ammesso la prestazione. Niente rapporto completo. Solo massaggi nelle parti intime. Tariffe: 50 euro per mezz’ora e 100 per sessanta minuti. Per il titolare scatta la denuncia per favoreggiamento della prostituzione. Ma nel frattempo, prima di arrivare sul banco degli imputati, si da alla macchia. Ieri, nuova udienza del processo, è stato ascoltato come testimone uno dei clienti. E ad accompagnarlo in aula, c’era la moglie.

Lui ha confermato tutto quello che aveva dichiarato agli inquirenti. Non sono ancora mai comparse le massaggiatrici. Anche loro si sarebbero dileguate. Ma si starebbero facendo delle ricerche in ambasciata. L’imputato, nessuno sembra averlo mai visto. Si sa che c’era spesso la sua macchina parcheggiata davanti al locale. Risulta un suo permesso di soggiorno. E anche delle sanzioni amministrative contro di lui. Ma niente altro. "È tutto intestato al mio assistito – spiega il suo difensore, l’avvocato Silvia Mancini – ma non c’è prova che favorisse la prostituzione di quelle ragazze. Il mio cliente è estraneo ai fatti che gli vengono contestati". Prossima udienza a febbraio.