Ambulanza del 118 senza medico, cento turni scoperti a luglio a Pesaro Urbino

Nella città feltresca è in servizio solo durante la notte, a Urbania invece è presente durante il giorno. A Sassocorvaro, manca alternativamente per un totale di 25 volte, a Marotta si tocca quota 26,5

Medico del 118, cento turni scoperti. Urbino è sguarnita ogni giorno

Medico del 118, cento turni scoperti. Urbino è sguarnita ogni giorno

di Roberto Damiani

Scordatevi i medici nelle ambulanze del 118. Sono una specie in via di estinzione. Partono solo autista e infermiere, sperando che il secondo ci sia sempre. Nel mese di luglio, saranno 119 i turni senza medico a bordo dell’ambulanza in provincia di Pesaro e Urbino. La situazione peggiore si registra a Urbino. Qui ogni giorno, l’ambulanza uscirà senza medici a bordo, qualunque sia la situazione che necessita di intervento. Peggio a Urbania. Qui, per 31 giorni, il turno di notte dovrà fare a meno del medico a bordo del mezzo di soccorso. Significa che l’alta valle del Metauro è sguarnita di medici. A Sassocorvaro, il medico mancherà sia di giorno che di notte per almeno 25 turni. A Marotta, con afflusso di migliaia di turisti, l’ambulanza del 118 è sprovvista di medico per almeno 26 turni. Gli altri, cioè Pesaro, Fano e Pergola, Fossombrone, Cagli e Montecchio, hanno il medico per ogni turno, eccetto Montecchio per cinque volte.

L’Asur non fornisce risposte ma i dati sui medici in servizio sono noti. Ce ne sono 29 a fronte di un’esigenza di almeno 45. E siccome dalla regione Marche non arrivano risposte immediate, il problema rimbalza sulle scrivanie dei sindaci dove il servizio del 118 è di fatto per metà giornata del tutto scoperto dalla presenza del medico.

L’unico segnale che arriva da Ancona è che si assumono medici in pensione senza un limite di età sia per inserirli nei pronto soccorso o corsie sia nelle ambulanze ma non ci sono candidati. Il bando è aperto fino al dicembre 2022. I pensionati verrebbero inquadrati come co.co.co. Nel bando, si legge, che ai "soggetti contrattualizzati è richiesto un impegno orario settimanale di almeno trenta ore da effettuarsi secondo le necessità organizzative della struttura. Il trattamento economico omnicomprensivo previsto è pari a euro quarantaora".

Appare l’unica mossa regionale per contrastare la scarsità di medici nelle ambulanze ma non può essere una risposta. L’alternativa è chiamare in continuazione l’eliambulanza ma il costo del servizio esploderebbe.

Per ora, i pronto soccorso sono in affanno, le ambulanze hanno quasi la metà dei medici necessari, i medici di base vanno in pensione o cambiano mansione e non ci sono sostituti, l’ospedale unico non si fa più e se ne ricreano due piccoli tra Pesaro e Fano dove i medici non residenti si fermano al massimo due anni. A cui aggiungere, l’esigenza di chiamare le cooperative di medici per coprire i turni ai pronto soccorso, quello di Urbino in primo luogo, ma lasciando il dubbio sulla verifica delle professionalità. In genere arrivano pensionati ma una volta giunti sul posto, chi può escludere qualcuno in base alla valutazione della professionalità (come avviene se avviene la verifica?) quando il turno al pronto soccorso o nell’ambulanza è scoperto?

Gli effetti di questa situazione sono venuti alla ribalta con prepotenza la mattina dell’8 luglio scorso, quando una donna di 61 anni di Auditore è morta per arresto cardiaco dopo almeno venti minuti di attesa dell’arrivo di un’ambulanza da Montecchio col medico a bordo. Prima, con partenza alle 8.02, era arrivato a casa della donna il mezzo di soccorso da Sassocorvaro, ma sprovvisto di medico. E stato necessario far arrivare il 118 da Montecchio lungo strade che non permettono certo le corse. Per la donna, dopo venti minuti di attesa, non c’era più nulla da fare. Dalle 8.17 alle 8.36, la 61enne ha potuto avere solo le cure dell’infermiere e non del medico, il quale avrebbe potuto somministrare dei farmaci, di sua esclusiva competenza. Ma così non è stato