Meno lavoro: anche Profilglass in pre-allarme

Per il momento non si parla di cassa integrazione ma solo di smaltimento ferie e permessi. Stessa situazione anche all’Alluflon

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La domanda sta rallentando e i costi dell’energia non scendono. Sindacati preoccupati per il quadro generale, soprattutto sul fronte della meccanica. Le assemble con il confronto tra sindacati e datori di lavoro si stanno moltiplicando non solo su Fano ma anche su tutto il resto del territorio e nessun imprenditore, grande o piccolo che sia, è ottimista. Anzi.

Su un quadro che dice che le aziende di Paolo Andreani, e cioè Flonal e Isa Infissi, sono in cassa integrazione, si aggiunge ora l’Alluflon di Mondavio – è in mano ad una multinazionale cinese – che per una settimana va avanti con lo smaltimento delle ferie in attesa di capire le evoluzioni del mercato e la Tvs di Fermignano, sempre nel settore delle pentole, ha chiesto la cassa integrazione per i circa 400 dipendenti. Una filiera che ha come linea di rifornimento per l’alluminio la Profilglass guidata da Giancarlo Paci, la cittadella alle porte della città che cammina a tre turni al giorno per sette giorni su sette.

Preoccupazione tra i dipendenti, anche se Giancarlo Paci sta cercando di gestire senza traumi questo rallentamento della domanda in attesa di vedere come andranno le fiere del settore, la prima delle quali è in programma in Germania. Vedere quindi come vanno gli ordini da mettere a portafoglio.

Alla Profilglass, che occupa circa 750 dipendenti, l’altro ieri si è svolto un confronto tra la proprietà, i rappresentanti interni, presenti anche i tre rappresentanti della metalmeccanica provinciale (Bassotti per la Cgil, D’Antoni per la Uil e Zaffini per la Cisl). Perché dopo un anno record come quello dello scorso anno con larghi premi di produzione, la grande azienda cittadina sta avendo un rallentamento per cui si sta cercando di ottimizzare i costi e la gestione del personale tenendo conto che si è di fronte anche ad un’industria energivora per antonomasia con i forni sempre accesi.

Da quello che emerge, è stato messo a punto un piano ‘indolore’ perché la parola cassa integrazione non è mai emersa nel corso dei colloqui tra proprietà e rappresentanze sindacali. Un po’ come sta accadendo all’Alluflon, al personale viene richiesto lo smaltimento anticipato delle ferie e dei permessi, un problema che riguarda un po’ tutte le lavorazioni compreso anche l’ultimo stabilimento ultimato dove si lavora per il settore delle auto.

Il pacchetto che è stato delineato nelle sue linee di massima con la proprietà, verrà portato all’assemblea dei lavoratori il 27 o il 28 di questo mese. "In questo momento – dice Fabrizio Bassotti della Cgil – le aziende che hanno le spalle più larghe stanno cercando di gestire questo rallentamento della domanda. Ma il problema vero sono i piccoli, i terzisti e su questo fronte stanno iniziando ad arrivare le richieste di cassa integrazione e la cosa sta iniziando a preoccupare. I settori più colpiti? Sono quelli che producono per il largo consumo dove i costi sono raddoppiati a fronte di una domanda che è in frenata com’è il caso del settore delle pentole".

Se può essere di consolazione vanno invece molto bene i beni di lusso come per esempio la nautica perché la domanda, anche a livello mondiale è molto forte e sostenuta tanto che la Pershing di Mondolfo sta anche assumendo personale per far fronte alle richieste di scafi. Stesso discorso anche per Azimut. E dalle fiere che sono in corso in questo periodo le risposte che arrivano sono buone e quindi per questo comparto non ci dovrebbero essere scossoni.

m.g.