Mercatale, la diga contesa: "Ma così i fanghi restano"

Rivalta, il tecnico che ha costruito l’invaso, torna a evidenziare il nodo principale

Mercatale, la diga contesa: "Ma così i fanghi restano"

Marcello Rivalta sull’invaso

Una questione molto dibattuta quella della diga di Mercatale come fonte di approvvigionamento di acqua da potabilizzare. E su questo argomento torna in campo Marcello Rivalta che ha visto la posa della prima pietra della diga di Mercatale e che poi ha seguito l’andamento dell’invaso per decenni come direttore del servizio tecnico del Consorzio di Bonifica.

Scrive il tecnico, ricordando a tutti che la diga è stata realizzata con il 100 per cento di finanziamenti pubblici. "Le ripetute crisi idriche richiedono soluzioni sulle quali si sta discutendo. Tra le ipotesi anche l’utilizzo delle acque della diga di Mercatale a fini idropotabili e su questo punto avevo espresso, interpellato, il mio pensiero sul ’Carlino’, giorni fa. Mi sono quindi permesso di osservare che da quando il Consorzio di Bonifica ha deciso di installare una piccola centrale idroelettrica, l’aumento dei fanghi nel bacino è passato da poche migliaia di metri cubi a qualche milione. Questo è un dato inconfutabile. Per tenere la centrale in funzione raramente viene aperta la paratoia di fondo, posizionata alla quota dell’alveo, progettata per evitare il più possibile l’interramento. Oggi la notizia è che ci sarà lo sfangamento del bacino con la spesa di 8 milioni di euro a carico dello Stato".

Poi Rivalta prosegue: "Eppure anche in un articolo del Carlino, in occasione di una recente piena del Foglia, si nota in una foto che le acque laminate vengono smaltite attraverso le paratoie di superfice contribuendo così in maniera massiccia al fenomeno dei depositi terrosi". Quindi il tecnico pone alcune domande all’avvocato Ivetti, ex presidente del consorzio di bonifica: "Con l’attuale sistema di gestione il problema dell’interramento si ripresenterà rapidamente. Quindi: è stata mai fatta una verifica dei costi-benefici della centralina? E ancora: come a volte avviene, si statalizzano i costi e si privatizzano le entrate perché il cittadino paga lo sfangamento, il Consorzio incassa gli utili della centrale elettrica. Aggiungo che in presenza di una emergenza idrica la gestione generale della diga va ancor più indirizzata alla difesa delle capacità del bacino".

Quindi Rivalta si toglie un sassolino dalla scarpa con l’ex presidente del Consorzio: "Mi limito a ricordare – scrive – di averne seguito giorno per giorno i lavori di costruzione e di aver gestito poi la diga del decenni. Ai lettori decidere invece se il titolo di avvocato garantisca conoscenze tecniche che abilitano al servizio dighe. Di sicuro il dibattitto in corso ha chiarito definitivamente la rilevanza per il territorio di questa struttura. E quindi lunga vita alla diga di Mercatale", conclude Rivalta.