Pesaro, il gip Messina contro Mentana. "Su Conte sbaglia"

"Il giornalista serio informa e comunica, non censura le Istituzioni. Un giudizio che spetta solo ai cittadini"

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte (Ansa)

Il presidente del consiglio Giuseppe Conte (Ansa)

Pesaro, 11 aprile 2020 - "Direttore Mentana, non spetta a Lei valutare l'opportunità o meno dei contenuti di una comunicazione istituzionale. Il giornalismo serio non limita e non decide cosa un rappresentante delle Istituzioni debba o non debba dire pubblicamente. Il giornalista informa e comunica, magari anche rappresentando il proprio pensiero. Spetta, poi, al cittadino riflettere e crearsi un giudizio il più completo possibile".

Il gip di Pesaro Francesco Messina se la prende con il direttore del tg de La7 Enrico Mentana per aver bacchettato il premier Conte dopo la conferenza stampa di ieri. Il giornalista ha infatti accusato il presidente del consiglio di "uso personalistico delle reti unificate" per quell'attacco personale a Salvini e alla Meloni, aggiungendo che se l'avesse saputo prima, non avrebbe mandato in onda quella parte della conferenza stampa. Parole e intenzioni che per il giudice Messina non competono a un giornalista. 

Il giudizio sulla opportunità o meno dei contenuti "spetta al cittadino italiano - scrive Messina sulla sua pagina Facebook - al cui servizio qualsiasi canale televisivo di informazione o giornalista dovrebbe attenersi con assoluto scrupolo". "Ma vi è di più" prosegue il giudice: "Ieri il Presidente del Consiglio ha dato conto ai cittadini della posizione governativa dell'Italia in ambito internazionale, smentendo affermazioni di altri politici che, se fossero vere, influenzerebbero delicatissime trattative economiche in ambito internazionale, generando sconcerto nell'opinione pubblica. Opinione pubblica che, specie nella situazione gravissima che stiamo vivendo, dovrebbe essere rassicurata, e non indotta emotivamente a perdere fiducia o, peggio, a disprezzare le Istituzioni".

Poi contesta al direttorissimo un suo precedente: "Del resto, mi pare (ma mi corregga se sbaglio) che Lei, in altra e diversa circostanza, ha dato conto televisivamente delle dichiarazioni video Facebook del precedente ministro dell'Interno (Salvini ndr) il quale contestò la decisione del Gip di Agrigento sulla convalida dell'arresto nel caso "Rackete" e paventò, addirittura, riforme per l'intera magistratura in conseguenza di quella decisione a lui, evidentemente, sgradita".

Ebbene, "in quella occasione Lei non limitò in alcun modo quell'intervento politico che, è bene precisare, riguardava un provvedimento giurisdizionale, e cioè un atto proveniente da altro potere dello Stato (quella decisione del Gip, peraltro, è stata poi definitivamente confermata dalla Suprema Corte di Cassazione)". Morale: "in conclusione: il giornalismo serio non limita e non decide cosa un rappresentante delle Istituzioni debba o non debba dire pubblicamente. Il giornalista informa e comunica, magari anche rappresentando il proprio pensiero. Spetta, poi, al cittadino riflettere e crearsi un giudizio il più completo possibile".