Meuccia Severi Salvaterra morta, addio alla capitana d’impresa

Morta a 97 anni, lascia in eredità la sua Fondazione

Meuccia Severi

Meuccia Severi

Pesaro, 8 settembre 2019 - Se n'è andata a 97 anni Meuccia Severi Salvaterra, prima capitana d’industria della Pesaro degli anni della ricostruzione. Figura poliedrica e attiva nella vita cittadina, il suo nome è stato a lungo associato alle maglie, o meglio, ad un miracolo economico nato e cresciuto nella produzione su larga scala di maglieria che l’intraprendente signora, nativa di Carpi, cuore di uno dei distretti italiani del tessile, è riuscita a vendere in tutto il mondo.

Da Carpi, dopo il matrimonio, si stabilì a Pesaro dove il marito Arrigo – combattente per la Liberazione, imprenditore nonché generoso presidente della Vis Pesaro – aveva un’attività molto ben avviata nei generi alimentari. Ma lei, che proveniva da una famiglia di imprenditori, voleva fare altro. Dopo nememno un anno la volitiva Meuccia prese in mano le redini della famiglia convincendo Arrigo a lasciare la sua attività per fare la spola tra New York, Washington, Boston, per piazzare la maglieria Made in Pesaro alle più grandi catene distributive.

«Siamo partiti da 5-10mila pezzi e tempi di consegna da infarto, appena tre mesi» ricordava con orgoglio in un’intervista di qualche tempo fa. Lei intanto, indossati i panni dell’imprenditrice coraggiosa, andava nelle campagne pesaresi a reclutare donne per il lavoro di magliaia e di modellista. «Molte ragazze vivevano modestamente in famiglia – raccontava – ed erano alla prima occupazione. Insegnavamo loro ad usare la macchina da maglieria, a fare i pezzi con cura e a consegnare con puntualità. Esigevo serietà e qualcuna piangeva quando non ce la faceva a seguire i miei ritmi. Forse non mi hanno amata, ma credo che quasi tutte mi siano riconoscenti perché con lo stipendio sono riuscite ad emanciparsi: c’è chi è riuscita a fare il mutuo per la casa, chi ha messo su famiglia o ha comprato la bicicletta».

L'inarrestabile crescita dei fatturati finisce nell’anno 2000: la Cina aveva cominciato ad inondare i mercati con le proprie merci e l’azienda di via Righi, che era arrivata ad avere un centinaio di dipendenti, chiude quando è ancora sulla cresta dell’onda dopo ben quarantasette anni di successi. Ma la signora Meuccia voleva lasciare un segno tangibile della sua vicenda umana e imprenditoriale alla città e, nel 2010, decise di destinare il cospicuo patrimonio alla Fondazione che ha preso il suo nome e che in questi anni è stata attiva nei progetti benefici e nel collezionismo.

Sede dalla Fondazione la villa sull’Ardizio dove Meuccia ha vissuto i giorni più belli. Una casa che in ogni angolo rispecchia la vulcanica personalità della proprietaria: dalla piscina rotondeggiante interamente realizzata a mano da artigiani veniti con pannelli in acciaio, al tunnel-galleria che collega il giardino con la taverna; dalle collezioni d’arte fino al lussureggiante parco ricco di fiori esotici, tutto ricorda e continuerà a ricordare la «signora delle maglie» attraverso le attività che la Fondazione si propone di organizzare in futuro. Il funerale di Meuccia Severi Salvaterra si terrà domani mattina, alle 11 in Cattedrale. Quindi la salma verrà trasferita a Carpi per la tumulazione nella cappella di famiglia.