Ricorre oggi il mezzo secolo dalla scomparsa del professor Alessandro Tenella, docente di lettere per generazioni di studenti urbinati prima alle scuole medie, poi alle superiori. La sua era stata una vita ricca di vicissitudini, ma anche di soddisfazioni. Nato a Terni nel 1914 da una famiglia borghese dagli antichi sentimenti laici e liberali, suo nonno fu un seguace di Garibaldi. Amante dell’equitazione, si laureò prima in giurisprudenza e poi in lettere, per venire in seguito chiamato in guerra nel corpo di spedizione in Russia all’interno del Reggimento di cavalleria Savoia. Una volta tornato, iniziò l’insegnamento a Roma, trovando rase al suo la villa di famiglia a Terni ed il bel palazzo settecentesco della nonna. Il trasferimento ad Urbino avvenne per la vincita del concorso.
Sposò quindi una giovane collega e creò una famiglia insegnando fino alla prematura scomparsa. Di lui conserva un caro ricordo il poeta e scrittore Umberto Piersanti: "Devo molto a lui: sapeva spiegare la poesia senza affogarla nella retorica o nella dimensione stilistica e tecnica, senza neppure dissolverla nel patetismo – ci racconta Piersanti –. Sapeva interrompere le lezioni coi suoi racconti e attrarre la nostra attenzione; ci parlava della campagna di Russia. Alessandro Tenella fu uno dei migliori che abbia mai avuto. Fece una spiegazione di “Davanti San Guido“ di Carducci che io seguii commosso. E la sera mi sembrava di essere come Carducci anziano, e al posto di girare tra i cipressi di Bolgheri, giravo tra i torrioni e mi sentivo pieno di ricordi. È stata la lezione di poesia che ha influito maggiormente su di me, uno dei motivi che mi ha portato a scrivere. Lo ricordo con grande affetto, e anche coi suoi rigori e le sue attenzioni, mai esagerati".
gio. vol.