REDAZIONE PESARO

Michele Serpilli: "Vuelle pronta a sorprendere Piacenza nella sfida di domani"

Michele Serpilli parla della sfida contro Pesaro, l'importanza della vittoria e il legame con la Vuelle.

Michele Serpilli, classe ’99, è il nipote di Achille Polonara

Michele Serpilli, classe ’99, è il nipote di Achille Polonara

Michele Serpilli, che avvertimento vuol dare alla ‘sua’ Vuelle per la sfida di domani sera a Piacenza?

"Siamo ultimi ma non ci siamo mai demoralizzati per la classifica. E non c’è mai stato uno screzio fra di noi, in molti eravamo già qui l’anno scorso, ci conosciamo bene. La vittoria con la Fortitudo è stata una liberazione. Siamo una squadra giovane e appena metteremo insieme qualche altra vittoria consecutiva potremo essere pericolosi. Speriamo di cominciare domani contro Pesaro".

Cresciuto nel settore giovanile della Vuelle, con tanti amici e affetti in città, come la vivrà questa serata?

"La sentirò più degli altri, questo è sicuro, non vedo l’ora. Siamo tutti molto carichi a livello mentale e stiamo lavorando per fare lo scherzetto a Pesaro. Della squadra attuale conosco Zanotti, abbiamo giocato insieme nella Vuelle, poi tutto lo staff da Pentucci a Baioni e anche Spiro Leka. Inoltre ho visto crescere dirigenti come Magi e Iannetti, insomma mi sento legato".

Ci aveva sperato di tornare alla base dopo la retrocessione della Carpegna Prosciutto?

"In realtà non c’è stato un vero contatto, perché io avevo un 1+1 con Piacenza e la società era intenzionata a riconfermarmi, anzi mi ha dato il posto in quintetto. Ma il desiderio di tornare ce l’avrò sempre".

Che idea si è fatto di quest’inizio di stagione tormentato dei biancorossi che ora sembra volgere al sereno?

"Ho seguito tutto l’evolversi dal mercato estivo: avendola nel mio campionato, questa volta l’interesse era doppio. Ero dispiaciuto per le loro difficoltà, anche per quello che hanno investito, ma con le individualità che hanno possono puntare ad altre posizioni. Anche perché non c’è una squadra imbattibile, nemmeno Cantù che alla vigilia poteva sembrarlo".

Non ci crede che Rimini possa reggere fino alla fine?

"Bè, ormai dopo tutte queste giornate in testa non sono più una sorpresa, significa che sono solidi. Nonostante questo, a casa nostra hanno vinto con un tiro allo scadere di Marini, insomma ce la siamo giocata. L’A2 è una lega dove ogni squadra può dire la sua, con fattori campo molto caldi e gli italiani che hanno il loro peso all’interno delle squadre: sono loro che fanno il blasone del gruppo".

Interessante concetto, lo vuole ampliare?

"A volte è meglio essere uno degli 8 italiani di una squadra di A2 che uno dei 5 del 5+5, per non dire del 6+6, in serie A. E’ bello vivere da protagonisti e non essere uno qualsiasi in un campionato dove decidono sempre tutto gli stranieri. Se giochi al piano di sotto, non significa che sei più scarso".

Elisabetta Ferri