Migranti, il tam tam. "Andate a Pesaro" / FOTO e VIDEO

Tutti espulsi da Germania e Austria arrivano dall'Oriente: "In Europa ci hanno arrestato"

Migranti

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Pesaro, 9 agosto 2018 - Sono giovani dai 23 ai 30 anni. Vengono dal Pakistan. Ce ne sono a Pesaro almeno 200. Altri 19 di loro hanno bussato ieri mattina alla porta della questura per fare domanda di asilo politico. Altri lo hanno fatto nei giorni scorsi. Ne abbiamo incontrati alcuni che dormivano in piazzale Matteotti, di fronte all’ufficio del lavoro.

In un inglese incerto, hanno raccontato: «Siamo arrivati due anni fa in Germania e in Austria dove abbiamo chiesto asilo politico. Ma ce l’hanno rifiutato, arrestandoci per poi mandarci fuori dal Paese. Allora siamo arrivati a Pesaro dove abbiamo presentato domanda di asilo politico». Ma perché proprio a Pesaro, nessuno di loro ha voluto rispondere se non «I like Pesaro», ossia si sono fermati a Pesaro perché gli appare una bella città.

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Il gruppo di 5 giovani che si trovavano ieri in piazzale Matteotti ha parlato di condizioni difficili di vita: «Dormiamo per strada, non ci laviamo da giorni, non abbiamo ricambio, non mangiamo e non sappiamo a chi chiedere aiuto perché la polizia non ci dice niente. Vogliamo solo restare qui e trovare il nostro futuro».

I giovani pakistani parlano male di Germania e Austria: «Ci hanno arrestati come delinquenti, non potevamo più restare lì. Per questo siamo venuti in Italia dove c’è possibilità di vivere ma anche qui non sappiamo dove andare». Ma è da capire perché proprio a Pesaro si stanno concentrando gli arrivi dei pakistani. Al di là delle loro parole («i like Pesaro»), confrontando la situazione con altre questure italiane, si vede che nel 2018 a Bologna si sono registrati 67 richiedenti asilo politico provenienti dal Pakistan, a Modena 23, a Forlì-Cesena 25, a Novara 15, a Macerata 0 mentre a Pesaro se ne sono registrati 200 e altri (probabilmente 30 o 40 sono in attesa di farlo).

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Non è escluso che nella comunità pakistana che traccia le rotte da seguire per i migranti, sia scattato l’ordine che la questura di Pesaro e la prefettura erano tra le pochissime in Italia che permettevano di presentare le richieste di asilo politico. Una volta depositata, per attendere l’esito passano almeno 2 anni e nel frattempo si è accolti in strutture pagate dallo Stato per garantire vitto e alloggio.

Possono contare anche sull’assistenza legale, attraverso il gratuito patrocinio, che permette di ricorrere anche contro un primo no al diritto di asilo. Secondo gli inquirenti, c’è stato un tam tam negli ultimi mesi, in particolare a luglio, che ha fatto convogliare i migranti pakistani ma anche afgani su Pesaro perché rispetto a tutte le altre questure, qui si accettavano un maggior numero di domande. Il dato di Bologna (67) rispetto a quello di Pesaro (200) fa capire come siano stati diversi i criteri. Se continueranno ad arrivare a Pesaro pakistani espulsi dalla Germania, vorrà dire che il tam tam è ancora operativo. E i problemi di accoglienza appena agli inizi.