DAVIDE EUSEBI
Cronaca

Miralfiore dimenticato. Parco, rifiuti ovunque e contenitori stracolmi dopo il lungo week end

Lattine, bottiglie, carte e plastica anche nel bosco ancora praticabile. Devastata la parte vicino alla villa. Tronchi pericolanti nei sentieri.

Lattine, bottiglie, carte e plastica anche nel bosco ancora praticabile. Devastata la parte vicino alla villa. Tronchi pericolanti nei sentieri.

Lattine, bottiglie, carte e plastica anche nel bosco ancora praticabile. Devastata la parte vicino alla villa. Tronchi pericolanti nei sentieri.

Il parco Miralfiore, in questa fase di passaggio dal Comune all’Aspes che non ne ha ancora la gestione, è ridotto a un immondezzaio. Per capirlo basta osservare in sequenza le fotografie scattate ieri: "Guardate che è stato così anche nei giorni di Pasqua", si affretta a dirci una signora. Il cestino d’ingresso del lato campo scuola esondava fino alla mattina, poi nel primo pomeriggio è stato ripulito. Proseguendo per il sentiero che costeggia l’area per i cani, si intravvede il disastro: il cestino strapieno di avanzi di cibo, lattine, rifiuti di ogni genere che sono caduti a terra e che qualche animale ha addentato nella notte. "Era così anche nel giorno di Pasqua, nessuno è passato, continua ad evidenziare la nostra guida improvvisata, tra lo sconcerto generale: "C’è tanta sporcizia", affermano alcuni adolescenti che sono sdraiati nel prato alle prime ore del pomeriggio. A terra, nel sentiero che circonda l’anfiteatro, c’è di tutto, sparso tra l’erba.

Proseguendo verso il fiume foglia, sempre sul piano rialzato che costeggia l’anfiteatro, si nota a terra un faro divelto e si incontra un altro cestino della spazzatura, anch’esso stracolmo, tanto che qualcuno ci ha appoggiato una borsa piena di rifiuti. Di fianco, una vecchia sedia di plastica abbandonata nel prato. Sporca anche l’unica parte del bosco ancora praticabile (l’altra, quella che dà sul lato Ipercoop, è nelle mani degli spacciatori). Nell’ordine si incontrano lattine, bottiglie di plastica, cartacce. Proprio sul sentiero principale si nota un grosso tronco sospeso nel vuoto: "Lo vede? Se cade sopra qualcuno lo ammazza, e qui ogni giorno passano tante persone", continua la nostra accompagnatrice. Un altro tronco divelto giace appoggiato tra le "braccia" di altri piccoli alberi, anch’esso sospeso da terra.

Costeggiando il muro della villa Miralfiore, che è stato appena restaurato, si nota la devastazione provocata dalle ruspe: non c’è più sottobosco, né erba, solo cumuli di terra e alberi scheletri in mezzo, là dove c’erano sentieri, vegetazione e, ora che le temperature cominciano a scottare, frescura. Adesso si prende il sentierino che riporta sul prato e lo spettacolo non cambia: un bidone della spazzatura nero pieno di ogni genere di rifiuti, una busta con avanzi appesa a un albero, un tavolino ribaltato, quindi bottiglie, lattine, buste colme di rifiuti a terra, sparsi nel prato: "E qui bisogna anche dire maleducato a chi c’è stato" afferma la signora. Già, perché il parco è terra di nessuno dove ognuno può fare quello che vuole. Vendere droga o acquistarla, defecare, lavarsi, bivaccare e abbandonare rifiuti: "Non c’è un minimo di controllo, di sorveglianza", osserva la signora. Il tour dello sporco prosegue ancora con altri raccoglitori stracolmi. E qui finisce, perché il bosco che dà sul lato Ipercoop è impraticabile: "Non ci andiamo, lì ci sono gli spacciatori, non si fanno niente, se non diamo fastidio, così stiamo alla larga. E’ roba loro", spiega la nostra accompagnatrice. Tutto nonostante il feroce disboscamento e nel totale silenzio delle associazioni ambientaliste. Encefalogramma piatto: "Sembra che dormano tutti in questa città – conclude la signora – come sono lontani i tempi delle battaglie per il verde, per la cosa pubblica. Pare che non gliene importi più niente a nessuno"

Davide Eusebi