Miralfiore mercato di droga Usciti dal carcere, si ricomincia I pusher riconquistano il parco

Dopo la retata dei mesi scorsi, ieri furibonda lite tra spacciatori nella boscaglia di via Cimarosa. Appello dei cittadini ai parlamentari: "Una legge per espellere i delinquenti e aiutare la Polizia" .

Miralfiore mercato di droga  Usciti dal carcere, si ricomincia  I pusher riconquistano il parco

Miralfiore mercato di droga Usciti dal carcere, si ricomincia I pusher riconquistano il parco

Il mercato di droga del Parco Miralfiore ha riaperto, "riassumendo" tutti i pusher che erano finiti in galera nella retata dei mesi scorsi. Il gruppo di nigeriani sbaragliato dalla maxi operazione dei poliziotti è praticamente libero, con il solo obbligo della fissa dimora. Appunto: "Hanno ripreso dimora qui, nel Parco Miralfiore, lo sente come urlano e litigano?" ci dice uno dei residenti della zona. Siamo nella zona boscosa del parco, in quella piega di via Cimarosa che con una ampia curva porta a una rotonda interna al complesso residenziale, con un casottino sulla destra. Lì il bosco non è stato diradato come invece avvenuto nella parte più centrale, per favorire la recente operazione dei poliziotti. Qui la vegetazione è ancora foltissima così come la frequentazione: "Li sente come gridano? Sono i pusher – riattacca il testimone – sono i nigeriani che devono spacciare la droga e che si stanno contendendo probabilmente i clienti o una fetta di territorio. Sono tornati, li vediamo tutti i giorni, ma sono ridotti a ombre. Passano velocemente ed entrano nella macchia dove non solo non si vedono più, ma si fa perfino fatica a penetrare, anche volendo. E poi chi ci va la dentro a vedere cosa succede?". Nessuno, nemmeno i clienti i consumatori di sostanze stupefacenti che sono miracolosamente apparsi di nuovo, attratti dalla merce che viene loro consegnata alla luce del sole, nel piazzale ai margini del bosco. Così questo angolo tra i palazzi di via Cimarosa è tornano tristemente ad animarsi: "Accade verso le 14 o comunque verso l’ora di pranzo – ci racconta un altro residente – arrivano donne, ragazzi, adulti, gente di ogni estrazione, alcune volte ci sembrano operai ma vediamo anche giovanissimi e anche vestiti in modo agiato. Qui si approvvigionano tutti, la roba non manca".

Una situazione che ha risollevato allarme in tutto il quartiere: "Abbiamo paura a uscire di casa, il traffico nelle ore di pausa dal lavoro è diventato intenso, arrivano motorini e auto con gente che si rifornisce di droga e che non bada alla velocità, gente sballata. Abbiamo paura per i nostri figli, per chi deve attraversare la strada o tornare a casa".

Delusione a cui si aggiunge frustrazione: "Qui non se ne esce più – dice un’anziana – avevano messo in galera tanto bene gli spacciatori, ma il fatto è che poi vengono scarcerati. Mi domando con quale stimolo le forze dell’ordine tornino qui, immagino anch’esse siano frustrate come noi. Il problema è che non c’è una legge che dia certezza della pena. Mio marito era un emigrante in Svizzera ma se si permetteva non dico di delinquere, ma di ubriacarsi, lo rimandavano a casa e non lavorava più. Qui non ci sono leggi che garantiscano la gente, non c’è la certezza della pena. Questi spacciatori di colore se tornano a delinquere devono essere rimandati a casa. Cosa fanno i nostri parlamentari pesaresi? Le chiacchiere. Non potrebbero attivarsi per proporre una legge su misura per rimpatriare chi delinque continuamente? Mi auguro che ci sia una risposta a questi interrogativi, lo scriva, la prego, non ne possiamo più"