ANNA MARCHETTI
Cronaca

Monastero trappista, Fanesi sfida tutti: "Per casi simili nessuna levata di scudi"

Il vicesindaco difende la variante e cita gli esempi delle Benedettine a Monte Giove e delle Carmelitane scalze a Sant’Andrea in Villis

Monastero trappista, Fanesi sfida tutti: "Per casi simili nessuna levata di scudi"
Monastero trappista, Fanesi sfida tutti: "Per casi simili nessuna levata di scudi"

Sì al monastero dei frati Trappisti, no – per ora – al cimitero. Dovrebbe arrivare in consiglio comunale il 25 settembre, dopo alcuni rinvii, la controversa variante per la costruzione della nuova abbazia sulle colline di Prelato-Monte Giove: 23 celle per i monaci, chiesa, sacrestia, uffici vari, refettorio, biblioteca, scriptorium, sala capitolo, sala liturgia, sala parlatoi, cucina, dispensa, magazzino. La delibera ha già ottenuto il parere favorevole del Genio civile, della Soprintendenza e della Provincia. I frati, circa 13, una volta venduto il monastero di Frattocchie di Marino, potrebbero trasferirsi a Fano entro la fine dell’anno, nel casale appena ristrutturo destinato, in futuro, a foresteria.

Cristian Fanesi, assessore all’Urbanistica, lei difende la scelta del monastero sulle colline di Prelato-Monte Giove anche se non condivisa da tutta la maggioranza.

"Sì, penso che sia una scelta giusta. Come assessore ho preso atto del progetto e come giunta, a gennaio 2023, ci siamo espressi a favore in maniera unanime rispettando tempi e procedure, ora la decisione è del consiglio. L’idea del monastero è precedente al 2014 quando il sindaco era Stefano Aguzzi: prima ottenne l’ok della Soprintedenza, poi ci fu l’autorizzazione del vescovo al trasferimento della comunità trappista da Frattocchie di Marino a Fano. Dopo l’elezione del sindaco Seri, la giunta (io allora non ero assessore) a settembre 2014 approvò un atto di indirizzo a favore del nuovo insediamento monastico e diede mandato agli uffici per predisporre una proposta di variante, considerato che si inseriva in un contesto dove erano presenti da lungo tempo i monaci camaldolesi, le suore Benedettine e il complesso religioso del Prelato".

A chi teme che questa autorizzazione possa creare un precedente pericoloso, lei cosa risponde?

"Di precedenti ce ne sono già stati e non mi sembra che abbiano provocato delle levate di scudi".

A quali precedenti si riferisce?

"Il primo risale agli anni’70 quando venne fatta una operazione simile con la costruzione del monastero delle Benedettine in una zona vincolata di Monte Giove. L’altro precedente risale al 95-96 con il trasferimento del monastero delle Carmelitane Scalze dal convento di Santa Teresa, vicino all’ospedale di Fano, trasformato in residenze di pregio, in una zona vincolata di Sant’Andrea in Villis. In entrambi i casi nessuno ha detto niente. Quello del monastero dei frati Trappisti è un caso eccezionale, come ce ne sono stati altri in precedenza. Cosa faranno i frati nel loro insediamento? Rispetteranno il silenzio, lavoreranno la terra, produrranno olio e cereali, mentre hanno già recuperato le strutture in degrado".

Per la costruzione del monastero, quale sarà la nuova classificazione dell’area attualmente agricola?

"Sarà zona di struttura collettiva F5 per conventi e chiese".

Il cimitero previsto in progetto è stato autorizzato?

"Attualmente no perché i monaci non hanno le aree circostanti necessarie alla creazione del cimitero. Resta una possibilità da valutare nel prossimo futuro".

E il parcheggio per quanti posti auto è previsto?

"Saranno una ventina di posti, auto a servizio dei frati e della foresteria".