Monsagrati, avvocato romanziere: "Scrivere per me è irresistibile"

Andrea Monsagrati

Andrea Monsagrati

Avvocato penalista, ballerino di break dance da 30 anni, scrittore da sempre. Perché per Andrea Monsagrati (foto) "scrivere è una malattia". Da cui non si guarisce. E lui l’ha presa da piccolo, in famiglia. Ma ora per il 48enne pesarese è arrivato il momento di aprire il cassetto dove non ci sono memorie e atti difensivi e ha così dato alle stampe la sua prima opera. Si intitola "La visita e altre storie" e la presenta oggi, alle 18, nel chiostro di San Marco a Mombaroccio, dialogando con la giornalista Vittoria Jone Vimercati.

Monsagrati, dalle carte bollate ai romanzi… "In realtà volevo pubblicare un altro libro, "Nuvole sul golfo del Messico", ma non piace a nessuno e allora ho pubblicato con Amazon questo romanzo rimasto nel cassetto. C’è un messaggio in particolare che vuole dare? "No, però c’è un filo che lega i vari personaggi: sono tutti a loro modo disorientati davanti a un mondo nuovo che non riescono più a comprendere" Perché scrive? "Per me è una malattia. Scrivo tanto anche come avvocato, il processo penale è molto più scritto di quello che si può pensare. E poi ho sempre esercitato la scrittura. Mio padre Massimo scriveva, grande romanziere, è l’autore del libro sulla Banda Grossi. È lui che mi ha trasmesso la passione per la lettura, anzi, mi ha sempre obbligato a leggere" Come? "Col terrore! Ma aveva ragione. Lo faccio anche con mia figlia grande. Perché leggere è l’unica cosa che fa la differenza". Ha detto che alla presentazione non vuole quelli che leggono Fabio Volo e Benedetta Parodi… "Ho detto che possono astenersi e confermo" E lei chi legge? "Mi piacciono tantissimi stranieri, tra questi Isaac Singer. Degli italiani Dino Buzzati. Non leggo contemporanei salvo autori alpinisti come Bonatti, Gogna e anche Corona"

e. ros.