ELISABETTA FERRI
Cronaca

MotoGp targata Romagnoli: "Dalla mia Gallo di Petriano alla vittoria del Mondiale"

Il capo tecnico della Ducati, ora passato all’Aprilia con Martin, si racconta "Sono partito dall’Itis, poi quest’avventura. Ho festeggiato col mio paese".

Daniele Romagnoli nel box Ducati

Daniele Romagnoli nel box Ducati

Daniele Romagnoli, ci racconta come si fa a vincere un Mondiale da capo-tecnico partendo da Gallo di Petriano? "Passione e fortuna. Sono un semplice perito elettronico, diplomato all’Itis di Urbino. Ho lavorato in una ditta di Tavullia, poi all’Sgm di Colombarone, ma sono sempre stato un grande appassionato di elettronica: nell’86 mi è capitato fra le mani un progetto ancora agli albori, per una centralina della Mba di Sant’Angelo in Vado. Ho iniziato così a conoscere il mondo delle corse e sono entrato nel Team Semprucci, rimanendoci fino al ‘95 e diventando amico di alcuni piloti fra cui Carlos Checa che poi mi ha voluto con lui in MotoGp. Da lì è partita la storia".

Ha festeggiato il trionfo al Bar del Parco del suo paese, non si è montato la testa… "Perché dovrei? I miei amici sono sempre gli stessi: anche se ora ci vediamo poco, sono rimasto lo stesso di 33 anni fa, umile ed entusiasta".

Che effetto fa portare un pilota sul tetto del mondo? "Questo è il mio 23° anno in MotoGp, si lavora sempre per vincere ma riuscirci è stato favoloso, soprattutto perché è stata la prima volta che un team non ufficiale come Pramac, è salita sul gradino più alto del podio e non so se si ripeterà mai. Le moto erano le stesse che usavano Bagnaia e Bastianini, ma è stata una sfida interna incredibile".

Perché è passato all’Aprilia? "Cambiare fa parte del mio lavoro, anche se sono stato molto fedele: 13 anni con la Yamaha e 11 con la Ducati. Ho semplicemente seguito Martin, che non è stato confermato in Ducati: riuscire a migliorare le moto dell’Aprilia è un progetto stimolante".

L’avventura di Jorge non è partita bene però... "Ha iniziato col piede sbagliato però in questi casi mai abbattersi, ma saper reagire. Di sicuro quando rientrerà troverà ad aspettarlo una moto migliore".

Che rapporto ha con Martin? "Il mio ruolo è simile a quello di un allenatore, è importante essere affiatati: dal primo incontro siamo riusciti subito a stabilire un bel feeling. Capire in che stato d’animo è il pilota è fondamentale, in caso di una critica o di un suggerimento".

E con il resto del team come si pone? "Sono io a decidere, ma mi piace ottenere la fiducia di tutti eliminando il più possibile lo stress, togliendo la pressione che grava sui meccanici".

Come trascorre il suo (poco) tempo libero? "A casa ci sto solo a dicembre, così almeno si fa Natale in famiglia, e qualche settimana tra luglio e agosto per andare un po’ al mare. Ma in questi anni mi sono perso un sacco di cose, i compleanni e anche la laurea della mia primogenita, quello mi è pesato molto. In cambio, grazie ai miei sacrifici, cerco di far star bene la mia famiglia. Quando ho del tempo per me, mi diverto con la mountain-bike, le discese enduro ti tengono svegli i riflessi. Ora poi mi è preso il trip di riparare vecchi flipper e ci divertiamo a fare partite interminabili con gli amici".

Chi pensa che la voterà come cittadino dell’anno? "In paese stanno raccogliendo i tagliandi, ma anche se arrivassi 20° sarei contento lo stesso solo per il fatto di essere stato scelto. Il 2024 è stato un anno straordinario per me, l’amministrazione comunale ha organizzato una serata in mio onore che mi ha emozionato tantissimo".

Elisabetta Ferri