Movida choc, la rabbia degli albergatori "Così i turisti scappano dalla città"

Dopo la rissa di venerdì notte, le reazioni. Costantini, Apa: "La situazione degenera, servono rimedi". Il titolare del Flyng: "Spostare i ragazzi lontani dagli alberghi". Sabato zona pattugliata: tutto ok

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"Stiamo vedendo cose mai viste", dice Stefano Tombari, titolare da decenni dei bagni Gilberto, davanti alla pozza di sangue ormai secco che è rimasta lì come traccia della rissa di venerdì notte. "Io dico che il prefetto deve intervenire, e qualcuno si deve svegliare", aggiunge Tombari. E il titolare dell’hotel Flyng, dove alloggiavano due famiglie che hanno fatto le valigie dopo aver assistito alla rissa dalle finestre dell’hotel, dice: "Chiederemo un incontro con le autorità, così si fa fatica ad andare avanti".

Il giorno dopo l’avvento della fiumana dei duecento ragazzi che hanno "invaso" via Nazario Sauro e dintorni, con rissa finale e feriti, le reazioni sono queste. Titolari di bagni ed albergatori che gravitano sul fulcro incandescente della movida, dopo quello che è successo, temendo che ricapiti al prossimo week end, vogliono risposte certe: sia dal Comune che dalle forze dell’ordine.

E’ il fronte alberghi, quello più rovente e stressato. Riprova evidente, che il presidente degli albergatori, Paolo Costantini, sabato sera alle due di notte era in vai Nazario Sauro per sincerarsi della situazione. Dice Costantini: "Bisogna prendere provvedimenti, qui siamo oltre il discorso della musica. Se come è capitato al Flyng la gente va via per la paura, e lo avrei fatto anch’io, vuol dire che la situazione sta travalicando. E siamo a giugno, a luglio e agosto cosa succederà?". Claudio Casoli, titolare del Flyng, oggi si incontrerà col collega dell’hotel President, Valerio Bizzi, per proporre dei rimedi. Quali? "Non so ancora - dice Casoli – di certo questi ragazzi vanno spostati da qui, nei posti dove non ci sono le famiglie che dormono. Noi viviamo di recensioni, poi finisce che la gente non prenota più. Con certi locali, vedi lo Tzènghne, abbiamo risolto i problemi degli anni scorsi, bisognerebbe farlo anche con altri. Cose del genere io qui non le avevo mai viste".

Poi c’è Stefano Tombari, titolare dei bagni Gilberto, anche lui al centro delle notti calde, dopo che settimane fa ha subìto nel suo stabilimento anche atti vandalici: "Prefetto e questore e tutte le altre forze dell’ordine, devono trovare soluzioni. A Rimini le divise fanno i controlli coi quad, oppure si muovono in bicicletta, perché qui no? Questa è una zona pubblica, se l’accesso è libero, ho il diritto di pretendere che venga controllata colme il resto della città. Una volta un poliziotto mi ha detto che qui è più difficile rispetto a viale Trieste o Sottomonte perché è più nascosta, con gli alberghi davanti. Io so che con altri colleghi dei bagni Ciro, Bea Beach e Gino paghiamo adesso circa 500 euro al mese per la vigilanza, che raddoppierà a luglio e agosto. Ma i ragazzini con gli alcolici in mano la polizia locale non li può fermare, chiedere i documenti, e se vedono che sono minorenni chiedere dove l’hanno comprato? E La Capitaneria, se le altre forze dell’ordine non hanno organici, non potrebbe svolgere controlli anche loro? Qui si rischia che un ragazzino ubriaco vada a fare il bagno di notte e affoghi.... Di questo passo siamo alla frutta, una soluzione va trovata".

Sabato sera c’erano due pattuglie della polizia locale come presidio in via Sauro. Ma l’"appuntamento" tra bande non c’era. Tutto a posto. C’è chi dice che le bande si organizzano sui social e fanno apposta per sfidare la polizia. L’estate è partita con il piede sbagliato.

Alessandro Mazzanti