Negozi obbligati a rimanere al buio a Pesaro: "Bollette aumentate di cinque volte"

Alessandro Ligurgo di Confesercenti prevede misure drastiche: "I commercianti sull’orlo della crisi. Con i costi della luce schizzati in alto si rischiano licenziamenti dei dipendenti per stare in piedi"

Alessandro Ligurgo, segretario provinciale di Confesercenti mostra i negozi di piazzale

Alessandro Ligurgo, segretario provinciale di Confesercenti mostra i negozi di piazzale

Pesaro, 5 ottobre 2022 - Negozi che chiudono, a cominciare dalle gelaterie, che hanno abbassato le saracinesche in viale Trieste prima del tempo. Ristoranti che hanno eliminato i frigobar per cui non vengono serviti più semifreddi oppure sorbetti. Ma anche rivendite che rimangono al buio di sera mentre fino a pochi giorni fa erano illuminati tutta la notte. "Non c’è scelta – dice il direttore provinciale di Confesercenti Alessandro Ligurgo – le bollette sono passate da un mese all’altro da 1000 euro a 4.800 euro, pari allo stipendio di due persone. Si prospettano licenziamenti prima della chiusura dei negozi. Se non ci sarà un ridimensionamento drastico dei costi energetici, arriveremo a questa situazione. I negozi rimarranno senza personale ma solo con i proprietari costretti a contenere i costi della luce. Penso soprattutto alle attività con grande impiego di frigoriferi. E purtroppo – continua Ligurgo – pochissimi negozi possono sfruttare i pannelli solari sul tetto e dunque ottenere energia elettrica gratis. Per questo andranno a spegnere anche le luci".

Continua Ligurgo: "Ma gli aumenti del costo dell’energia non riguardano soltanto una categoria o più categorie, ma rappresentano anche un problema di sicurezza e di vivibilità dei nostri centri urbani. Segnalo infatti che molti operatori hanno dovuto chiudere le luci delle loro vetrine in orario serale a causa degli aumenti esorbitanti delle bollette. In pratica una scelta obbligata di fronte ad aumenti che arrivano fino al 500% con la quale si cerca di star dentro ai costi e di non dover arrivare a chiudere l’attività. La conseguenza è che avremo città meno illuminate e quindi con un problema di sicurezza, sia reale, sia percepito. Inoltre, strade buie non invitano al passeggio col rischio di un’ulteriore progressiva desertificazione dei centri urbani, che andrà ad aggravare il problema. Insomma, un circolo vizioso che peserà non soltanto sull’economia ma anche sulla socialità e sulle abitudini di vita. Da tempo diciamo che i negozi sono presìdi di sicurezza nei centri storici e nei quartieri, ora la cosa purtroppo risulterà evidente quando questi presìdi verranno a mancare. Le Amministrazioni Comunali stanno giustamente combattendo il disagio sociale derivato dal caro-

bollette con interventi a favore dei nuclei familiari più in difficoltà, ma naturalmente non possono far nulla per le imprese. A livello nazionale Confesercenti si sta già muovendo per sensibilizzare le istituzioni. Rivolgiamo un appello anche alla Regione Marche affinché metta mano in fretta a strumenti di sostegno per gli operatori accanto a quelli già richiesti per l’emergenza alluvione".

"Qui purtroppo – continua Ligurgo di Confesercenti – per molti si tratta di una corsa contro il tempo, ma, come accennato, il problema è comune e non possiamo ragionare a compartimenti stagni: imprese e famiglie vanno tutelate al più presto. Il rischio è di ritornare con città agli anni ’50 quando non c’era illuminazione pubblica e la gente usciva poco la sera perché altamente pericoloso essendo tutto buio".