"Nella giungla dei supermercati Ci aggrappiamo solo alla qualità"

Commercianti in rivolta per l’apertura dell’Eurospin in via Trometta, chiude un negozio in via Lanza. Gli altri: "Rapporto con il cliente, prodotti di prima scelta e spesa a casa, ma quanto reggeremo?"

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Sono le sette e trenta del mattino. Tutti ormai nel quartiere di pantano alta-Calcinari sanno che nella grande superficie vicino alla rotatoria di via Belgioioso sorgerà presto un altrettanto grande Supermercato Eurospin. C’è chi molla. La "Bottega delle delizie" di via Lanza, erede della storica Flora che era al banco negli anni ’70, chiuderà presto: "Ce ne andiamo, tre mesi e chiudiamo", annunciano i titolari Marino Giardini e Vilma Montesi che spiegano: "E’ il momento di farsi da parte, non vale più la pena, troppi supermercati in giro, adesso poi ne arriverà un altro qui vicino, Eurospin, con i suoi prezzi molto bassi e la gente ha sempre meno da spendere. Noi fra tre mesi abbassiamo serranda e questo esercizio terminerà dopo sessant’anni di lavoro". Vicino a loro c’è Maria Fabbri dell’azienda agricola pedini di Montelabbate. Scarica nella bottega due cassette di frutta, una di pesche: "Prima che arrivassero gli ipermercati, mio marito ne consegnava venti volte tanto. Ora, con tutta questa corsa al ribasso e con la grande distribuzione, nessun alimentari vuole più la frutta fresca. Se ne consuma pochissima. I mercati sono chiusi, noi ci stiamo arrangiando con la consegna porta a porta, come faccio io questa mattina, ma sono piccole quantità". Non durerà molto, tre mesi, appunto, poi in questo posto non arriverà più nulla.

Poco distante, Carla Scapellini ha appena alzato serranda di un altro storico alimentari, quello della famiglia Tombari, in via Minghetti, che sorge a circa duecento metri in linea d’area dal sito che ospiterà il nuovo Supermercato di via Trometta: "Cosa volete che vi dica, vedete? Qui hanno appena consegnato le angurie delle nostre campagne, spero che la gente capisca la differenza. Certo, stanno sorgendo supermercati come funghi attorno a noi, in questa zona in particolare. Ne faranno un altro ancora qui dietro, nella zona di via del ’900, ma noi tentiamo di resistere. I contadini ci portano la merce ogni mattina e alla gente facciamo capire qual è la differenza tra una piccola e una grande produzione". Un tasto su cui batte anche Matteo Italiano, che in via Lanza vende frutta e verdura dei suoi orti biologici: "Io non mi permetto di giudicare le altre attività. Vorrei solo far notare una cosa: chi viene nella nostra bottega può non trovare i fagiolini perchè sono finiti, oppure se cerca i cavolfiori in estate non li acquista perché li abbiamo solo in inverno. Noi vendiamo le stagioni. Oggi l’unica via per distinguersi dalla grande distribuzione è questa: diversificare e fare un altro tipo di mercato". Ci si arrabatta anche per reggere la concorrenza dei prezzi: "Guardi – aggiunge Matteo – stiamo appena attrezzandoci per preparare la passata di pomodoro vero, che la gente ci sta già prenotando. Il prezzo del vetro è quasi raddoppiato: se prima pagavo una bottiglia 1 euro, ora la pago 1,60 per colpa degli speculatori. Cosa centra infatti la guerra con il vetro? Però non posso far pagare questo prezzo alla gente che di soldi ne ha sempre meno. Per cui le vado incontro. Guadagno meno io ma mi tengo il cliente, lo accontento e gli faccio mangiare una cosa buona che fa la differenza. E così da me tornerà, ne sono certo, perché la qualità e il rapporto umano pagano". Esattamente quello che pensano Lino Bedini e Maria Pia Pozzi che nel 1991 hanno aperto la loro "Oasi", un alimentari nato in via Lanza proprio nel boom della grande distribuzione: "Aprono Eurospin? Poco male, ci siamo abituati, qui siamo pieni di Iper e supermercati. Noi pensiamo che bisogna prima guardare in casa propria, dando servizio, anche a domicilio, qualità, disponibilità oltre l’orario, dialogo e cortesia senza limiti. Sono queste le risorse che tengono a galla il piccolo commercio e noi fino ad ora ce l’abbiamo fatta".

Davide Eusebi