Nessun danno ma scuole ancora chiuse. "Meglio essere prudenti"

Con Ricci a Bruxelles il vicesindaco Vimini ha preso in mano la situazione

Migration

Con Ricci a Bruxelles, al vicesindaco, Daniele Vimini (foto), ieri è toccato prendere il timone dell’emergenza e della pressione mediatica. Ore 7.07 del mattino: il risveglio, per un terremoto di magnitudo 5.6 con epicentro in mare, a 25 chilometri dalla costa, è stato a dir poco brusco.

"Come tanti genitori – dice Vimini – mi stavo organizzando per portare mia figlia a scuola".

Che cosa ha pensato?

"Mi sono trovato nello stesso punto di sei anni fa quando le notizie, date dal telegiornale, erano quelle relative alla sequenza sismica di Amatrice, Norcia, Visso. Allora la sensazione del moto sussultorio ondulatorio si legò all’idea del letto che si spostava. L’esperienza di oggi ha segnato l’impressione di un movimento verticale. Infinito. La botta è stata grande. Ho iniziato fin da subito a sperare di non scoprire danni e feriti"

Che cosa ha fatto?

"Abbiamo raggiunto i vicini, fuori, sulla strada"

A fronte dell’emergenza, la sua agenda di ieri, si è volatilizzata...

"Il primo tema è stato quello delle scuole: dare una risposta Il pensiero ai genitori che come me stavano andando ad accompagnare i figli".

Già alle 7.55 il sindaco Ricci comunicava alla città la vostra decisione di chiudere le scuole

"Esatto. La decisione c’è sta dopo una serie di consultazioni con la giunta, con la protezione civile..."

Verso le 8,15 è arrivato l’invito del governatore Acquaroli e della protezione civile regionale a chiudere le scuole.

"Quando è arrivato l’invito la decisione l’avevamo già presa".

Cosa ha pesato?

"Dare tranquillità alle famiglie: lo sciame di scosse è durato tutta la mattinata. E poi..."

E poi?

"Chiudere le scuole permette di non fare troppa pressione ai tecnici e metterli nelle condizioni di fare la ricognizione in modo approfondito".

Avete deciso di chiudere le scuole due giorni. Visto che non ci sono stati danni un solo giorno non sarebbe bastato?

"No. Il grande numero di scuole che dobbiamo verificare ci ha portato ad usare massima prudenza. Trattandosi dell’evento sismico più forte degli ultimi 100 anni nel nostro territorio abbiamo voluto controlli più approfonditi. Poi Fano e Ancona hanno annunciato la chiusura delle scuole un secondo giorno: anche per ragioni di uniformità abbiamo seguito il loro orientamento".

Tra i rischi la protezione civile non ha escluso lo tsunami tra gli scenari possibili.

"Per fortuna Curcio, capo dipartimento della Protezione civile nazionale, è stato chiaro da subito. Anche in televisione ha chiarito i rischi, aiutando gli amministratori a tranquillizzare i cittadini".

Solidea Vitali Rosati