Nicolas Matteucci, provoca l'incidente e fugge. Poi si uccide a 21 anni

Si è tolto la vita con una fucilata mentre i militari e la madre lo stavano rassicurando che il sinistro non aveva avuto conseguenze gravi

Una foto di Nicolas Matteucci tratta dal suo profilo Fb

Una foto di Nicolas Matteucci tratta dal suo profilo Fb

Pesaro Urbino, 8 settembre 2021 - I carabinieri erano fuori dalla porta che lo aspettavano per il verbale, la madre al telefonino in viva voce che lo tranquillizzava, lui che ha ammesso subito di aver provocato un incidente (rivelatosi senza feriti) e di essersi allontanato per paura. Poi, la tragedia, senza appello. Il ragazzo, Nicolas Matteucci, 21 anni, operaio, è tornato in camera, all’interno del casolare di Sant’Angelo in Vado dove viveva da solo, chiedendo ai militari un minuto per prendere i documenti.

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Ha imbracciato il fucile da caccia che deteneva legalmente nell’armadio, si è seduto sul letto ed ha premuto il grilletto dopo aver puntato la canna al volto. Nicolas è morto ieri mattina alle 4.30, era un ragazzo mite, conosciuto da tutti per essere serio e scrupoloso, con le sue amicizie e i sogni di tutti i giovani di quella età. Mezzora prima era rimasto coinvolto in un incidente stradale ad un chilometro da casa sua, all’altezza della rotatoria della Pedemontana Lunano-Sant’Angelo in Vado.

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Stava rientrando a casa con la sua Nissan ed affrontando la rotatoria ha urtato o speronato la piccola Peugeot che si è trovato di fronte. L’auto condotta da una donna ha riportato dei danni ed è uscita di strada ma senza che la signora alla guida riportasse nemmeno un graffio mentre il 21enne, preso dal panico, ha provato a ripartire con l’auto ancora marciante benché fosse uscita malconcia dal tamponamento. E’ tornato a casa, con chissà quali pensieri. La conducente della Peugeot ha avuto tutto il tempo per prendere il numero di targa della Nissan e chiamare i carabinieri. I quali hanno visto subito che quei numeri corrispondevano ad un proprietario di 21 anni con residenza a Piandimeleto. Ma arrivati qui, in casa c’era la famiglia del giovane, in particolare la mamma, che risiede lì. A lei è stato detto ciò che era successo all’uscita della galleria e perché veniva cercato il figlio, pur sapendo che non c’erano stati feriti nell’incidente. Così la mamma ha provato a chiamare a Nicolas ma senza risposta (il ragazzo aveva lasciato il telefonino nell’auto) indicando l’indirizzo dell’abitazione del figlio, nella casa di campagna a Sant’Angelo in Vado. E i carabinieri sono andati a quel casolare, rimanendo sempre in contatto telefonico con la madre. Arrivati sul posto, intorno alle 4.30, hanno chiamato il 21enne facendolo parlare in viva voce con sua mamma attraverso il telefonino di un carabiniere.

Sia i militari che la madre gli hanno ripetuto che l’incidente non aveva avuto conseguenze fisiche per la conducente dell’altra vettura. Ora si doveva solo tornare sul luogo del tamponamento e ricostruire insieme le fasi dell’accaduto. Il ragazzo ha subito ammesso di aver urtato l’auto chiedendo scusa per la sua reazione sbagliata di quel momento. Un attimo dopo, ha dichiarato di voler andare in camera per vestirsi e prendere i documenti utili per l’identificazione da parte dei carabinieri. Un secondo dopo, un colpo di fucile ha paralizzato la voce dei militari in attesa a pochi metri di distanza e con la mamma del ragazzo ancora in ascolto in viva voce al telefonino. Il silenzio, e poi quella camera sporca di sangue che, eccetto i militari, nessun familiare avrebbe potuto affrontare.