No vax, indagato un 55enne di Fano: è accusato di istigazione a delinquere

Perquisita la casa e l’ufficio. La Digos e la Postale di Torino sono arrivati a lui per il suo attivismo nella chat ’Basta dittatura’

Una recente manifestazione 'No green pass'

Una recente manifestazione 'No green pass'

Pesaro, 16 novembre 2021 - E’ un impiegato fanese dell’azienda ospedaliera Marche Nord uno dei 18 attivisti no vax perquisiti e indagati per istigazione a delinquere. A setacciare casa e ufficio sono stati gli agenti della polizia postale su indicazione della magistratura di Torino che indaga sugli aderenti alla chat di Telegram "Basta dittatura". Secondo quanto si è appreso, l’impiegato o forse infermiere no vax, tolto da tempo dal suo luogo di lavoro e destinato ad altra mansione, non conservava in casa nulla di illegale anche se non ci sono conferme ufficiali. Sequestrati il suo computer e il telefonino. L’inchiesta riguarda 16 città: Pesaro, anzi Fano, e poi Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino e Varese. Le perquisizioni sono state eseguite nei confronti degli attivisti piu’ radicali e affiliati al canale Telegram “Basta Dittatura”, già oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati.

L’operazione fa seguito a indagini svolte congiuntamente dalla Polizia Postale e dalla Digos di Torino, con il coordinamento della procura del capoluogo piemontese, condotte per diverse settimane monitorando il canale divenuto polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale. Gli indagati, avevano partecipato alla chat, istigando sistematicamente all’utilizzo delle armi ed a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi oltre ad attacchi a forze dell’ordine, medici, scienziati, giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di ‘asservimento’ e di ‘collaborazionismo’.

I contenuti e i toni utilizzati facevano riferimento a ‘impiccagioni’, ‘fucilazioni’, ‘gambizzazioni’ oltre ad allusioni dirette a ‘nuove marce su Roma’ ed al terrorismo. Molti dei perquisiti risultavano già noti alle forze di polizia, sia per aver aderito a posizioni estremiste sia per precedenti reati quali resistenza a pubblico ufficiale, furto, rapina, estorsione ed in materia di stupefacenti. Tra gli identificati anche soggetti che avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari nonché attivisti resisi protagonisti di aggressioni di piazza alle forze dell’ordine impiegate per i servizi di ordine pubblici. Man mano che sono state ultimate le perquisizioni, si è scoperto che gli indagati "esortavano ad utilizzare armi, bastoni, bottiglie molotov, acido da lanciare alle forze dell’ordine, gambizzare. Non mancano, inoltre, gli inviti a marciare su Roma". Così il dirigente della Digos della Questura di Torino, Carlo Ambra, in merito all’operazione ‘Basta dittaturà che ha portato la polizia a effettuare questa mattina perquisizioni in tutta Italia. "Agli indagati la polizia è arrivata dopo un lungo lavoro di monitoraggio iniziato prima dell’estate - aggiunge Fabiola Silvestri, dirigente della polizia postale del Piemonte - Gli amministratori del canale, poi chiuso da Telegram, che contava oltre 40 mila utenti, non sono stati ancora identificati". In una casa di Palermo di un attivista no vax, la polizia ha trovato una tanica di acido.