"Noi titolari dei locali sempre nel mirino Multato di mille euro per un certificato"

Il caso di Simone Del Prete, Marekella: "Non avevo il documento di impatto acustico". "Sto nel limite dell’una, ma a qualcuno non va bene"

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di Elisabetta Rossi

"Giusto tenere in considerazione le esigenze degli albergatori e dei turisti che devono dormire, ma non si può usare la scure con noi titolari di pub e locali! Siamo sempre nel mirino, col fucile spianato in faccia. Tutti pronti a dirci che dobbiamo abbassare o spegnere la musica. Interessano solo i decibel. E invece noi vogliamo fare musica, ovviamente nel rispetto della legge, tenere qui i ragazzi, farli divertire, evitando l’esodo verso la Romagna. Ma a qualcuno diamo fastidio e sembra quasi che facciano di tutto per farci chiudere".

Lungomare Nazario Sauro, il polo sud della movida estiva. Da qui arriva lo sfogo di Simone Del Prete, titolare del Marekella, uno dei due locali del viale affacciato sul mare, punto di riferimento per tante compagnie di ragazzi. La stagione non è partita sotto la migliore stella per lui. Ma non sul fronte del lavoro. Qualche settimana fa gli è arrivata una multa della polizia municipale. Mille euro di sanzione.

Motivo? "Perché ero sprovvisto del certificato di impatto acustico – spiega – Non sapevo neppure che esistesse! Per carità, la legge non ammette ignoranza. Ma ho chiesto a tanti miei colleghi e sono caduti dal pero".

"Il problema – continua – è che tutti noi operatori dovremmo collaborare e trovare un compromesso e invece si punta il dito contro i locali. Non pretendiamo di tenere la musica fino alle 5 della mattina. Ma fino all’una, come si è sempre fatto. Ho apprezzato il sindaco Ricci che sul punto ha preso posizione e dichiarato che fino all’una è l’orario giusto. Però a quanto pare a qualcuno degli altri operatori turistici non va bene neppure così. Capisco il diritto a dormire, ma non vedo il disagio se gli impianti si spengono all’una invece che a mezzanotte. In quell’ora, la gente, i turisti, si faranno un giro in più. Non succede nulla se dormono 7 ore al posto di 8".

Poi c’è da fare i conti anche con la piaga dei vandali o degli ubriachi. È successo spesso che siano andati a smaltire la sbornia in spiaggia. Lasciando tracce del loro passaggio. "Purtroppo, come accade da sempre e ovunque, nella moltitudine ci sono sempre le classiche 4 o 5 mele marce che rovinano il cesto. Tra l’altro, sono soggetti già noti alle forze dell’ordine. Per noi, va benissimo se vengono a controllare e a mettergli un freno. Intanto nel nostro piccolo ci siamo impegnati a fare la nostra parte. Abbiamo messo un vigilante che impedisce alle persone di scendere negli stabilimenti. Volevamo farlo insieme ai bagnini, ma la nostra proposta non è stata accolta con entusiasmo. Alla fine, ognuno guarda al proprio orticello. E questo va a discapito dei giovani. Noi vogliamo offrire loro un’opportunità di divertimento sano e sicuro. Senza che debbano andarsene in Romagna. Soprattutto adesso che vengono da due anni di limitazioni per la pandemia. Hanno bisogno di socializzare, di tornare all’aria aperta. Questo è un nostro obiettivo. E su questo dovremmo trovare un compromesso tra locali, alberghi e bagnini. Farebbe bene a tutti".