Noi vecchi vogliamo un Natale di guerra

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C’è una motivazione nascosta che non sfugge a noi che viaggiamo sopra gli ottanta e che, se non ci sono nubi ad offuscare il cielo pesarese, abbiamo una panoramica netta e chiara della mappa della città, non concessa a chi in essa ci cammina e ci passeggia immerso nelle strade che gli consentono la stessa visione generale di un piccione della piazza. Il terremoto fa crollare la statua della Madonna dei Cappuccini (nella foto) che se ne stava lassù in alto vicino alla chiesa, ma la storia fa crescere da quelle parti, forse più in alto della Madonna, una antenna telefonica. Un cambio alla pari nel rispetto dei tempi: sia la Madonna che l’antenna mandano messaggi, cambia il linguaggio. Antico quello della statua, moderno e al passo con l’epoca quello dell’antenna. Anche chi non vede il mondo con gli occhi della fede non può fare a meno di cominciare a pensare che stiamo cambiando pelle. Non solo la città, ma noi pesaresi. Siamo sotto metamorfosi, il processo è in corso, non si sa ancora come ne verremo fuori, nel senso della conformazione che avremo, certo è che non saremo più gli stessi. E se questo è gioia per giovani e ragazzi, credo che a tanti avanti con gli anni come me faccia letteralmente girare quelle cose di cui non si può manco scrivere il nome. Perché in un mondo in cui le peggiori nefandezze sono all’ordine del giorno, succede che non si possa dire o scrivere il nome esatto di un organo sessuale e dintorni. Noi ottantenni siamo arcistufi della modernità rampante, aneliamo a qualcosa di antico in cui il tempo scorra lento e denso come l’olio dall’oliera, siamo stufi di viste d’aquila e aspiriamo alla miopia. Vorremmo che il Comune ne tenesse conto e ci allestisse un Natale "di guerra", da vivere e non da ammirare. Chiediamo anche l’aiuto del nuovo arcivescovo che di queste cose dovrebbe intendersi: tirate fuori dalla soffitta tutta la cianfrusaglia che sa di vecchio e d’antico. Chi vuole vada pure avanti, noi ci fermiamo qui, anzi, vorremmo tornare indietro. Siamo come i bambini: vogliamo la favola di Natale. Altro che antenne puntate sul futuro.

f. b.