"Non ci sono i soldi": parole inconcepibili

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Giulia

Marchionni*

Che settimana!

Io, che credo fortemente che il mio impegno come consigliere comunale debba declinarsi nell’ascolto dei problemi e nella costruzione di proposte per risolverli, ho fatto davvero fatica a capacitarmi di come, di fronte alla richiesta di aprire più strutture per il servizio dei nidi estivi, l’amministrazione comunale abbia continuato a fare orecchie da mercante.

Presiedo la Commissione Bilancio e sono consapevole che il bilancio del nostro Comune, tra spesa corrente e investimenti, gira nell’ordine di diversi milioni di euro e per questo liquidare i genitori con “non ci sono soldi“ è stato davvero inconcepibile.

Confesso che se non fosse stato per l’intervento della Regione, che distribuirà risorse fondamentali per risolvere il problema, avrei passato il weekend a scrivere emendamenti alla variazione di bilancio per recuperare qua e là i 26.000 euro anche perché sono convinta che all’assessore al bilancio non sia mai pervenuta la richiesta di risorse per un’ulteriore struttura.

Comunque nemmeno a guardare questa vicenda pensando al consenso politico, riesco a trovare una logica nell’atteggiamento della giunta: alla fine sono le famiglie che votano, sono le famiglie che fanno impresa in città, sono le famiglie che pagano le tasse.

D’ora in poi, ogni volta che mi troverò di fronte ad una variazione di bilancio ascoltando l’amministrazione che elogia la fedeltà fiscale dei contribuenti pesaresi, ripenserò a queste famiglie: non è forse una questione di rispetto nei confronti di questi contribuenti la possibilità di garantire anche un servizio come il nido estivo?

Mi rendo conto che in un momento in cui la politica si riempie la bocca della parola di “denatalità” manchi in realtà la concretezza: iniziamo garantendo i servizi necessari perché i genitori possano tornare a lavorare e possano farlo anche tra i primi di luglio e metà settembre.

Dobbiamo costruire insieme delle strategie, anche a livello locale, che mettano insieme le forze e consentano al pubblico di dialogare con il privato che potrebbe garantire quei servizi che oggi né il Comune né lo Stato riescono ad erogare. Ne gioverebbero tutti, soprattutto le famiglie.

*consigliera comunale "Prima c’è Pesaro"