Pesaro, no vax pentita: "Non mi sono vaccinata e mi ritrovo qui"

Pelumbesha Amiti, 31 anni, giovane mamma di origine macedone residente a Urbania, è ricoverata in Terapia semintensiva sotto ossigeno. "Sto meglio, ma me la sono vista brutta. Invito tutti a sottoporsi alla somministrazione. E’ una cosa che ti salva la vita"

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Pesaro, 24 agosto 2021 - Non aveva paura delle reazioni avverse, né scelto di rimandare in vista dell’autunno. Non è una negazionista, men che meno si definisce una no vax. Eppure, il vaccino, non l’aveva fatto. E adesso – stesa su un letto in terapia Subintensiva, il volto semicoperto dalla mascherina per l’ossigeno – se potesse si morderebbe le mani. Perché nel variegato mondo abitato da chi chiamiamo "no vax", non c’è solo chi agita bandiere ideologiche o prospetta complotti globali, ma c’è anche chi ha legittime paure, chi semplicemente non sa né gli interessa sapere. Pelumbesha Amiti, 31 anni, giovane mamma di origine macedone residente a Urbania, era un po’ così: "Non mi sono vaccinata per una scelta mia – dice –. Forse pensavo che non sarebbe capitato a me. Ma in generale non mi ponevo il problema".

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Ed ora cosa pensa?

"Che il vaccino salva la vita. Che tutti dovrebbero farlo. Che anch’io avrei dovuto, e che sarà la prima cosa che farò quando ne avrò l’occasione".

Partiamo dall’inizio. Come si è accorta di avere il Covid?

"Ero tornata da un viaggio in Macedonia. A ferragosto mi sono accorta che non sentivo più i sapori. Ho fatto un test rapido in farmacia ma sono risultata negativa: forse era troppo presto. Però nel giro di 24 ore la situazione è precipitata: non c’era solo il fastidio di non sentire gli odori. Avevo anche tosse, forte dolore al petto. Così ho chiamato la guardia medica: il medico ha subito capito la gravità della situazione, e con un’ambulanza sono stata trasportata all’ospedale di Urbino, dove ho fatto un tampone molecolare e sono risultata positiva. Da Urbino mi hanno trasferita a Pesaro, inizialmente nel reparto di Malattie infettive, il 18 agosto".

E lì cos’è successo?

"Che sono peggiorata. Di giorno in giorno. Avevo bisogno di ossigeno ad alti flussi, così è stato necessario il trasferimento nel reparto di terapia subintensiva, il 21 agosto".

E’ migliorata?

"Sì. Tanto è vero che i medici hanno cominciato a scalare l’ossigeno. Ma di certo non sto ancora bene e non so quando potrò tornare a casa a riabbracciare i miei figli, di 2 e 4 anni, che adesso sono con il padre e posso vedere solo con le videochiamate".

Suo marito è vaccinato?

"Lui sì, l’ha fatto il 2 agosto".

E’ stato male?

"No, solo un po’ di dolore al braccio".

Ma allora perché non si è vaccinata anche lei? Aveva paura?

"No, non avevo paura. Non l’ho fatto" dice allargando le braccia, come se lei stessa cercasse una risposta.

E adesso cosa pensa?

"Che mi voglio vaccinare e mi vaccinerò. E dirò a tutti di fare altrettanto. Perché il vaccino salva la vita".