Non possiamo aprire un epistolario da tramandare

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Egregio lettore, eccolo accontentato. Chiarito preventivamente una volta per sempre che qui non ci sono geni misconosciuti né fra chi scrive né tanto meno fra chi risponde, la differenza fondamentale fra le lettere degli altri lettori del giornale e le sue sta nel fatto che gli altri ne mandano una ogni tanto mentre lei inonda la posta ogni giorno con sue considerazioni che sono legittime e rispettabili ma che non possono avere ogni giorno rilevanza. Non è che fra il giornale e lei si può aprire un epistolario da tramandare ai posteri. L’immagine più bella di questa sua lettera è comunque quella, quasi da giallo di Agatha Christie, in cui evoca il "piatto al vetriolo" che secondo lei le prepariamo e questo denota la sua fervida immaginazione che potrebbe spesso usare a fini migliori di quelli per i quali molte volte scrive. Visto che ci siamo, a consolazione della sua diffidenza espressa da qualche parte, le comunico che quando le lettere vengono "tagliate" o accorciate è solamente perché lo spazio a disposizione nella pagina è predeterminato e non modificabile, ragion per cui quello che deve dire lo dica in poche righe. Così limitato è anche quello delle risposte. Non useremmo mai il vetriolo, lascia troppe tracce, saluti e benessere per cento anni.