"Non so se voglio fare ancora questo lavoro"

L’ex primario Gnudi riceve la benemerenza del Comune: "Ho il contratto dell’ospedale di Riccione, ma non l’ho ancora firmato"

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"Provo sentimenti contrastanti" ha detto Umberto Gnudi, il medico, già guida del pronto soccorso al San Salvatore, in prima linea nei momenti più duri del biennio pandemico e ieri insignito della benemerenza cittadina per elevati meriti. "Provo gratitudine – ha detto – perché è un riconoscimento della città al lavoro che abbiamo fatto. Sono lieto di essere qui con i miei colleghi che lo meritano altrettanto. La stanza era troppo piccola per accogliere tutte le persone che l’avrebbero meritato. Ho invitato alcuni di loro come rappresentanti: almeno i nomi vorrei dirli (Tiziana, Cristina, Gianni, Marco, Marianna, Lucia…)". In sala si è liberato uno scroscio di applausi. "C’è un però – ha continuato Gnudi, a metà del suo discorso di ringraziamento –. La situazione di chi lavora in sanità non è migliorata. L’emergenza Covid ha dimostrato come il sistema sanitario nazionale fosse in difficoltà già da prima e quanto fosse cruciale per la vita della comunità. Ancora oggi il Pronto soccorso non è stato potenziato come avrebbe dovuto essere. Il lavoro è peggiorato; la gente è stanca e se ne va". Fuori dai microfoni, lo stesso Gnudi ha rivelato una forte incertezza: "A Riccione ho fatto il concorso. Mi hanno mandato i documenti per l’assunzione ma li ho lì, fermi sulla scrivania. Io no so ancora cosa farò: se accetterò o meno".

Da dove nasce questa incertezza? "Dal fatto che non so se è il lavoro che voglio fare per il resto della mia vita" ha detto Gnudi, francamente. Davanti al Prefetto Ricciardi, al sindaco Ricci e al presidente della Provincia, Paolini, Gnudi la disamina delle criticità è stata generale. "Siamo in una situazione preoccupante – ha detto il medico –. Se il Pronto soccorso cede, cade il sistema sanitario nazionale. Spero sia chiaro. Sono molto preoccupato". Per Gnudi il vaso di Pandora è stato aperto. "Quello che doveva uscire è uscito; sul fondo, come dice il mito c’è la speranza. Io ce l’ho ma bisogna che a tutti i livelli, tutti quelli che hanno capacità decisionale, si diano da fare per un vero cambio di passo".

Sassolini nelle scarpe, in riferimento alla vicenda con la direzione di Marche Nord? Gnudi ha chiarito: "Gli errori di questa situazione sono riconducibili ad un intero sistema, non certo a questo a quel livello soltanto. Non è un problema dell’assessore, della Regione, del ministero della sanità o della direzione locale. A Pesaro, in realtà la situazione non è peggiore di altri posti. Al contrario, la situazione ha retto per un tempo maggiore. Senigallia, Fermo hanno le cooperative da quattro o cinque anni. E’ un problema diffuso, generalizzato".

Solidea Vitali Rosati