Non solo ortaggi: "Verde vivo coltiva progetti"

L’associazione, a Bellocchi, ha messo insieme 90 coltivatori che dedicano parte del loro tempo per creare spazi di aggregazione e solidarietà.

Migration

Dall’orto tradizionale a quello sinergico, dove l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo e "il non far niente – come sosteneva il filosofo e botanico giapponese Masanobu Fukuoka – è il miglior metodo agricolo". Nell’associazione Verde Vivo, a Bellocchi, si incontrano e si sperimentano diversi modi di fare agricoltura, ma con regole e obiettivi comuni. "Tutti i titolari degli orti (oltre 90) – spiega il presidente Giuliano Marino – mettono a disposizione dell’associazione 20 ore del loro tempo nell’arco di un anno". Ore preziose che sono servite a dare vita alla casa colonica e all’ettaro di terra che la circonda e nel quale sono stati ricavati 106 orti di oltre 60 metri quadrati l’uno.

Di questi 106 appezzamenti di terreno ne sono stati assegnati circa una novantina, per gli altri si dovrà attendere l’entrata in funzione di un nuovo pozzo per il quale "serve la disponibilità del Comune". "Molte delle migliorie della casa colonica sono state realizzate – fa notare il presidente Marino– grazie al lavoro dei soci". Per recuperare il resto dell’immobile serve l’impegno del Comune: "E’ stato sistemato il tetto ma attendiamo la ristrutturazione del piano superiore e della parte dell’edificio che un tempo ospitavano stalla e mangiatoia. Spazi che, una volta ristrutturati, metteremo a disposizione dei soci come già avviene per il salone e la cucina dove si possono organizzare feste, compleanni e cene".

I soci di Verde Vivo pensano di trasformare l’ex stalla in un museo contadino mentre lo spazio al primo piano di riservarlo a corsi di ballo popolare. "Abbiamo recuperato – sottolinea Marino – la voliera che contiene diversi pavoni, tra cui una giovane coppia di esemplari bianchi con una ruota spettacolare". Presto arriveranno anche gli animali da cortile come galline e tacchini.

Altra peculiarità di Verde Vivo è l’orto solidale. Marino ne spiega il funzionamento: "Una volta alla settimana, a gruppi di 15, i titolari degli orti sono invitati a mettere a disposizione dell’orto solidale una parte della loro produzione (pomodori, peperoni, diverse varietà di insalate, zucche)". Gli ortaggi sono offerti a Casa Serena, residenza protetta per persone disabili che ha sede proprio a Bellocchi. "A Bellocchi – commenta suor Eusebia di Casa Serena – ci sono persone dal cuore d’oro. Si pensa che questa sia una società dove tutto è negativo, invece non è affatto così: ci sono tante esperienze positive". Una di queste è sicuramente Casa Serena che suor Eusebia ha definito "il fiore all’occhiello delle Marche".

Anna Marchetti