Caro Carlino,
tempo fa ebbi a criticare il giovane segretario del Pd di Villa Fastiggi il quale, nel presentare una iniziativa innovativa del suo circolo scriveva con enfasi che "il circolo Pd di Villa Fastiggi, fin dalla sua nascita nel 1921, ha fatto .. ecc.". Gli ricordai che il Pd è nato il 14 ottobre 2007, non il 21 gennaio 1921! E denunciavo che per qualcuno il Pd era la lineare continuazione del Pci, mentre il Pd (nato 17 anni dopo la fine del Pci) era nato per superare le forme e le storie politiche del ‘900. Attribuii l’errore all’inesperienza e alla insufficiente conoscenza storica del giovane segretario. Invece si insiste! Leggo che il 21 gennaio a Villa Fastiggi "si issa la bandiera rossa nella sede del Pd". Intendiamoci: tutte le forze e le realtà culturali democratiche dovrebbero cogliere l’occasione per riflettere con spirito aperto su un evento di grande portata come la nascita del Pci, il ruolo avuto per abbattere il fascismo, per la nascita della Repubblica e la difesa della democrazia in Italia. Magari sapendo fare anche un esame critico su errori e silenzi (come quelli di Togliatti sullo stalinismo) che hanno frenato la possibilità di rispondere pienamente al bisogno di riforme del Paese. Insomma, bisogna studiare, non fare slogan.
La bandiera rossa che correda l’articolo non è la bandiera del Pci. Il mai troppo celebrato combattente antifascista Pompilio Fastiggi non fu "barbaramente assassinato dalla feccia fascista", ma, purtroppo, dai carabinieri alle dipendenze dello Stato Fascista nella caserma di Sant’Angelo in Vado, mio paese natale. Fui io a commemorarlo a Sant’Angelo in Vado quando ero segretario provinciale del Pci. E’ vero che non c’è futuro senza memoria! Ma se la memoria è confusa e distorta, anche il futuro lo sarà. E sia chiaro: il Pd non è il Pci. Anche se il Pd di oggi è confuso come la memoria di cui sopra e a volte sembra una fotocopia sbiadita del Pci. Lo sguardo sempre rivolto all’indietro. Il paracarro di Conte chiuso ad ogni innovazione. Dove pontifica un certo Bettini. Per questo non sono più nel Pd.
Aldo Amati