"Non tutti possono digiunare, lo può fare chi ha un cuore perfetto"

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Non assumeva cibo da tre giorni Andrea Bindi, il 48enne personal trainer trovato senza vita nella sua casa di Roncosambaccio. Il sospetto dei magistrati era che il digiuno potesse essere una concausa della sua morte, anche se resta una pratica universalmente riconosciuta dalla medicina ufficiale.

"Il digiuno intermittente ha la capacità di influire positivamente sull’organismo, ad esempio nella regolazione degli zuccheri nel sangue o nella resistenza allo stress – spiega Davide Gerlando Schembri, esperto di nutrizione in condizioni patologiche, già nutrizionista all’ospedale Marche Nord e oggi del reparto di Oncologia dell’ospedale di Senigallia - Si possono fare digiuni di sei-sette giorni, di tre, di un giorno, o anche di qualche ora, dipende dal risultato che si vuole ottenere. A condizione, però, che venga eseguito dopo una accurata anamnesi e prosegua sotto stretto controllo medico".

"Leggo – prosegue Schembri - che la persona in questione aveva avuto un parente deceduto per morte improvvisa e un padre cardiopatico, e queste sono controindicazioni assolute al digiuno che emergono solo nel corso del colloquio iniziale tra medico e paziente. Inoltre non devono sussistere problemi renali, né precedenti disturbi del comportamento alimentare o problemi di malnutrizione con carenze di vitamine e di minerali legate a regimi nutrizionali sbilanciati perché possono scatenare effetti indesiderati. Per questo è bene eseguire prioritariamente un esame del sangue. Infine è importante sapere se il soggetto ha fatto una pratica sportiva nel mese precedente, e di quale tipo, per capire se sia opportuno il digiuno. Ad uno sportivo, ad esempio, non lo consigliere mai".

Perché, dottor Sghembri? "Una persona che si dedica abitualmente alla pratica sportiva ha un metabolismo molto veloce, scorte di grasso basse e spesso assume proteine animali in quantità per mantenere la massa muscolare e, nel 90 per cento dei casi, assume poca frutta, verdura presentando un basso livello di minerali. Quindi, costringere un fisico in queste condizioni a digiunare significa dargli un aggravio e non un aiuto". Ci sta dicendo che gli aspetti nutrizionali sono molto più importanti di quanto si pensi? "Assolutamente si, ecco perché il digiuno non è per tutti e rischia di aggravare problematiche già presenti. Ad esempio – conclude Sghembri - se si produce un indice basso di potassio nell’organismo, e sappiamo che questo regola il battito del cuore, si può provocare un arresto cardiaco come potrebbe essere accaduto ad Andrea Bindi".

Simona Spagnoli