Nonna bulla a Pesaro: biglietti minatori e scampanellate. Vicini terrorizzati

Un inferno lungo sei anni per una famiglia: papà, mamma e figlio piccolo. Solo l’udienza ha placato l’anziana

Pesaro, 6 maggio 2023 – Biglietti minatori nella cassetta delle lettere, secchiate d’acqua sulle biciclette, campanello che squillava anche di notte, visite continue da parte di carabinieri, polizia e vigili urbani inviati a casa dei suo ’nemici’ e decine di esposti.

Ne avrebbe fatte di cotte e di crude la nonnina del piano di sopra, una 70enne pesarese, secondo la denuncia che i vicini dell’appartamento al piano inferiore, mamma infermiera, papà impiegato e un figlio minorenne, hanno deciso di presentare dopo sei anni di quelle presunte persecuzioni.

Soprattutto quando hanno visto di non riuscire più a chiudere occhio anche perché il loro piccolo sarebbe stato così terrorizzato da quella donna da voler dormire solo nel lettone. Un racconto che aveva convinto il gup a rinviare a giudizio la 70enne per stalking. E ieri si è aperto il processo. Nel frattempo, sembra che nella palazzina sia tornata la pace. A detta delle vittime, dopo l’udienza preliminare, al piano di sopra sarebbe calato il silenzio.

Tutto sarebbe cominciato nel 2015 in una casa in centro a Pesaro. Secondo la famiglia "bullizzata", la vicina li accusava di fare lavori di ristrutturazione durante la notte. E decine di volte avrebbe chiamato tutti i corpi di forze dell’ordine. Ogni volta, però, agenti e militari erano usciti dall’appartamento al piano di sotto senza rilevare nulla di irregolare.

Ma, a detta delle vittime, era la nonnina a rendergli la vita impossibile. Per 6 anni hanno resistito, poi, due anni fa, la denuncia. La famiglia, assistita dagli avvocati Maria Pia Mariani e Simonetta Giubilaro, si è costituita parte civile e ha chiesto 30mila euro per i genitori e 20mila per il piccolo.