Noto farmacista truffato di 15mila euro su un maxi ordine di mascherine: indagato il distributore

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Aveva pagato 15mila euro per 10.000 mascherine chirurgiche e 2.500 Ffp2 ai tempi della seconda ondata, quando era difficile trovarle anche per le farmacie. Peccato che quell’ordine non è mai arrivato sui suoi scaffali e lui, titolare di una nota farmacia di Fano, non ha neppure rivisto un centesimo della somma corrisposta. Ha però denunciato il distributore, A.V., 56enne originario del Molise, ma residente a Urbino, legale rappresentante della società Ri-Crea di Vallefoglia, indagato per truffa aggravata con l’accusa di aver spinto il farmacista a pagare in anticipo, oltre ad aver omesso di documentare la certificazione di conformità delle mascherine. Che non ha mai consegnato. La procura aveva però chiesto l’archiviazione, sostenendo che il caso fosse solo civilistico, mero inadempimento contrattuale senza nessuna rilevanza penale. Il farmacista, difeso dall’avvocato Francesca Carbonari, si è opposto. E ieri, dopo la discussione, il gip Giacomo Gasparini gli ha dato ragione e ha così formulato l’imputazione coatta, ordinando alla procura di proseguire le indagini per truffa e frode nell’esercizio del commercio. L’accusa contro il legale rappresentante della Ri-Crea è dunque l’aver indotto il farmacista a pagare in anticipo senza che avesse l’effettiva disponibilità delle mascherine, che, come rilevato dalla Finanza, non erano conformi ai requisiti di legge e la società non le avrebbe potute comunque vendere visto che nel suo oggetto sociale non sarebbe prevista la vendita di tali dispositivi.

e. ros.